Magari siamo duri di comprendonio, ma cosa ha detto di così grave il presidente nazionale della Commissione antimafia Nicola Morra per essere attaccato in modo così virulento dalla politica (addirittura con l’appellativo di “infame”), secondo la quale dovrebbe dimettersi?

Il presidente dell’Antimafia – nell’ambito del vergognoso scandalo che riguarda la sanità calabrese – viene intervistato da Radio Capital: il discorso a un certo punto si incentra sul recentissimo arresto (è ai domiciliari) del presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini (Forza Italia).

La vicenda è molto seria, poiché Tallini viene accusato di gravi reati come il concorso esterno in associazione mafiosa e lo scambio elettorale politico-mafioso per i suoi presunti rapporti con la ‘ndrangheta. Il legame fra l’arresto di Tallini e la sanità calabrese è logico ed anche inevitabile: non solo perché le cosche e una parte della politica hanno messo le mani su questa immensa mangiatoia che ha ridotto la sanità calabrese a livelli da Terzo mondo, ma perché l’ex presidente del Consiglio regionale sarebbe invischiato in certi presunti affari di carattere sanitario direttamente con gli esponenti della cosca Grande Aracri.  

Ora scusate, ma prima di proseguire con questo ragionamento, vorremmo aprire una parentesi:

1)      Fra il linguaggio scritto e il linguaggio parlato c’è differenza, nel senso che quando scrivi – se hai una certa padronanza della lingua italiana – hai la possibilità di ponderare un pensiero, di articolarlo efficacemente, di usare la terminologia appropriata per non essere frainteso. Quando parli, invece, punti sull’eloquio, ma anche sulla mimica, sull’espressione, sulle pause, sui toni, e soprattutto sull’intelligenza di chi ti ascolta: quante volte succede che per una serie di ragioni non chiudi una frase, oppure che per associazione di idee fai un discorso apparentemente slegato, oppure che ometti il soggetto perché lo ritieni implicito? Puntare sull’intelligenza degli altri, a volte è un bene, ma spesso, soprattutto per un personaggio pubblico, rischia di rivelarsi un male, poiché può innescare una doppia reazione: o chi ascolta non sempre è perspicace, oppure lo è fin troppo, ma fa finta di non esserlo per mettere tutto in caciara, in modo da confondere le idee, magari con l’immancabile atteggiamento moralista e ipocrita che, specie in  politica, spesso risulta pagante.

2)      Nel brano estrapolato (di un discorso molto più esteso e quindi da contestualizzare in maniera più precisa), Morra parla di due persone: una è Tallini, l’altra l’ex presidente del governo calabrese Jole Santelli (anche lei di Forza Italia), morta di recente a causa di un male incurabile. Attenzione adesso ai due soggetti indicati da Morra, poiché, come detto, nel linguaggio parlato può succedere che a volte questi vengano confusi.

Su Tallini il presidente dell’Antimafia dice: “E’ stato il più votato nel collegio di Catanzaro. È la dimostrazione che ogni popolo ha la classe politica che si merita”.

Su Santelli: “Sarò politicamente scorretto, era noto a tutti che la presidente della Calabria Santelli fosse una grave malata oncologica. Umanamente ho sempre rispettato Santelli, politicamente c’era un abisso”.

Poi aggiunge: “Se però ai calabresi questo è piaciuto, è la democrazia, ognuno dev’essere responsabile delle proprie scelte”.

Cosa dica di così grave Morra per meritarsi la scandalizzata levata di scudi della destra (sempre pronta a non prendere posizione sui rapporti fra mafia e politica), ma anche da Italia viva, dal Pd e dallo stesso M5S?

Stoppiamo per un attimo il registratore e ragioniamo. Morra ha fatto un attacco personale nei confronti della Santelli? Magari avrà avuto un’espressione infelice sul piano della costruzione del pensiero, ma fino al punto da essere attaccato in questo modo?

Secondo la nostra interpretazione, il parlamentare pentastellato ha voluto dire: a) se la Calabria è ridotta così è solo colpa dei calabresi che votano gente come Tellini, salvo a lamentarsi quando le cose non funzionano; b) Jole Santelli – per la quale Morra dice di avere rispetto per le doti umane e per le drammatiche traversie alle quali è andata incontro per le sue condizioni di salute – probabilmente è caduta in questa logica. Ed è per questo che fra Morra e Santelli – sul piano politico, ma non umano – c’è un “abisso”. Ripetiamo la domanda: e lo scandalo?

Dopodiché Morra, subito dopo il ragionamento che riguarda le scelte dei calabresi, aggiunge: “Hai sbagliato, nessuno ti deve aiutare, perché sei grande e grosso” . Anche in questo caso ci chiediamo dov’è il problema, dato che la frase è rivolta ai  calabresi, ma sicuramente siamo noi a non afferrare la gravità di cotante offese.

Su questo si scatena il finimondo.  A guidare la rivolta – a poche ore dall’arresto di Tellini – sono Matteo Salvini, Giorgia Meloni e l’intera Forza Italia, con la presidente del Senato, Casellati, che afferma all’Ansa: “È una frase grave  che disonora le istituzioni. Perché infanga la memoria di Jole Santelli ritenuta colpevole di essere stata malata; perché discrimina senza umanità i malati specie quelli oncologici; perché delegittima la libera scelta degli elettori, perché offende i calabresi come fossero tutti delinquenti”. 

“Morra si sciacqui la bocca e si dimetta”, attacca il leader della Lega. “E’ indegno, non restano che le dimissioni”, gli fa eco Antonio Tajani. “E’ disgustoso, vada via”, incalza Fabio Rampelli. Questa l’opposizione.

Ma la maggioranza non è da meno. “Sono affermazione inaccettabili, chieda scusa”, è la richiesta di Ettore Rosato di Italia viva. “La pazienza ha un limite”, afferma il Dem Fausto Raciti.

Roberta Santelli, sorella di Jole, scrive sui social: “Si vergogni come uomo e come politico, e per favore si dimetta”.

Il leader della Lega Matteo Salvini e il presidente facente funzione del Governo calabrese Nino Spirlì. Sopra: il presidente della Commissione nazionale antimafia Nicola Morra

Il presidente calabrese che provvisoriamente ha preso il posto della Santelli, Nino Spirlì (ex Forza Italia, ex Fratelli d’Italia, oggi Lega, che un paio di giorni fa, a proposito della eventuale nomina di Gino Strada come commissario della Sanità calabrese, ha dichiarato: “Prima devono passare sul mio corpo”) usa parole come “vergogna, scelleratezza, volgarità “.

Il M5S con Luigi Gallo, con Giorgio Trizzino e infine con il capogruppo alla Camera Davide Crippa parla di parole “inaccettabili”.

“Su twitter – dice l’Ansa – , l’hashtag #Morradimettiti è il secondo trending topic del giorno”.

Poi ancora ufficialmente il Movimento 5 Stelle: “Le sue affermazioni non rispecchiano il nostro pensiero”.

Alla fine arriva il commento dello stesso Morra: “Mi scuso con chi è malato, ma sono stato strumentalizzato, non mi dimetto. I partiti si sono mangiati la sanità calabrese e il problema sarei io?”.

Luciano Mirone