Il pusher ha appena vent’anni, ma è irresistibilmente attratto dai metodi antichi, soprattutto quando deve spacciare droga. Per lui la modernità è una parola astratta, malgrado la giovane età: quello che conta per portare avanti l’attività è ‘u panaru, il cestino di canne intrecciate (quelle da fiume, perfettamente adattabili al fumo) che cala con una cordicella dal balcone, con la roba sistemata alla base e destinata ai clienti, che mettono i soldi che poi lui risale velocemente per evitare sguardi indiscreti. Esattamente come un tempo faceva il verduraio  o il macellaio con il servizio a domicilio che riservava alla casalinga.

Ma i tempi cambiano, i giovani si adeguano alle nuove epoche, tranne lui, Achille Sanità, ventenne solo sulla carta, simbolo  intramontabile dell’old style marca elefante modello Catania: ‘na vuciata,“Achille, cala ‘u panaru”, e lui diligentemente esegue l’attività illecita paragonabile a quella che un tempo facevano i contrabbandieri di sigarette o gli spacciatori di soldi falsi: in un batter d’occhio cala il cestino e lo risale pieno di soldi.        

Per questo i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Gravina di Catania lo hanno arrestato in esecuzione di una misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale etneo. “Il giovane – scrivono i militari dell’Arma – , come si ricorderà, era già stato arrestato dai militari lo scorso aprile nella flagranza del reato di spaccio di sostanze stupefacenti poiché, come accertato a seguito di una complessa attività di controllo svolta in via Balatelle del quartiere di San Giovanni Galermo, era stato notato effettuare il classico scambio droga-denaro con gli acquirenti mediante l’utilizzo di un vecchio ma collaudato sistema: un cestino di vimini calato dal balcone dialettalmente inteso “u’ panaru”, antenato degli odierni portavivande”.

“L’odierna ordinanza – annotano i Carabinieri – delinea la delittuosa attività di pusher del 20enne, posta in essere in un periodo più ampio, in particolare dal dicembre del 2019 all’aprile del 2021. Il giovane, dopo le formalità di rito, è stato posto agli arresti domiciliari”.

Nella foto: un momento dello spaccio avvenuto attraverso il cestino di vimini

Barbara Contrafatto