Accade qualcosa di strano in questa Nazione. E anche di preoccupante. Stando ai copiosi episodi razzisti e xenofobi che accadono quotidianamente, possiamo dire che il nostro è un Paese che si maschera dietro a un perbenismo stucchevole. È gravissimo ciò che è accaduto nelle scorse settimane a Civitanova Marche, in provincia di Macerata, dove un uomo italiano ha ucciso un ragazzo extracomunitario con disabilità, che vendeva dei fazzolettini per strada.

Un altro aspetto altrettanto sconcertante è che le persone che hanno assistito a questa aggressione, si sono limitate a filmare quanto stava accadendo, senza provare ad intervenire per prestare aiuto. In questi casi è abbastanza chiaro che si tratta di episodi che vanno ben oltre l’odio, fra l’altro ingiustificato, verso il prossimo.

Sono circostanze in cui emerge una lampante e preoccupante indifferenza, oltre che una sfrenata e irresistibile inclinazione a esibire e divulgare tramite web, anche quanto di più violento e assurdo accade sotto i nostri occhi. Perché è esattamente questo il punto della questione. Nessuno di noi vuole davvero porre fine al fenomeno del razzismo.

Ma c’è un altro tassello importante che andrebbe analizzato con dovuta cura. È ormai consuetudine, quando avvengono omicidi come questo, parlare di interdizione riguardo all’autore del delitto. È sicuramente vero che commettere un omicidio è comunque un atto che si compie “fuori dalla normale ragione”, ma siamo proprio sicuri che chi toglie la vita al prossimo, sia realmente “fuori di senno”? E se se la stessa sorte fosse toccata ad un italiano, ci sarebbero state delle differenze di valutazione?

Esistono ancora moltissime sacche di avversione e di oppressione in Italia. È chiaro che non siamo ancora liberi di manifestare il nostro credo, il nostro orientamento sessuale o, semplicemente, di compiere delle scelte strettamente soggettive, per evitare di essere additati.

Eppure basterebbe poco, un po’ di buon senso, un po’ di apertura, un po’ di cultura in più, per non essere gratuitamente giudicati per le proprie azioni o perché madre natura, ci ha creati in un certo modo, vedi il caso del protagonista di questo amarissimo episodio.

E’ vero che finalmente tanti tabù sono stati superati, ma ancora resta tantissimo da fare per prendere coscienza del fatto che una persona disabile può, deve essere considerata alla pari degli altri.

Per esperienza personale, so quanto sia importante educare tutti noi all’aiuto nei confronti del prossimo, alla considerazione del concetto di “fallimento” e al conseguente riscatto. Ma è la politica che deve farsi carico di molte istanze provenienti dalla Società civile – soprattutto dalla parte più debole – affinché l’odio non prevalga sull’amore e il male sul bene. 

Nella foto: il cittadino italiano mentre aggredisce, fino ad ucciderlo, il cittadino extracomunitario

Arcangelo Gabriele Signorello