“Se la Sicilia è in zona arancione lo dobbiamo al governo Musumeci che in un anno non è riuscito a realizzare le terapie intensive, come al solito promesse e non realizzate”. Lo dice il segretario siciliano del Pd, il deputato regionale Anthony Barbagallo. “Il governatore – aggiunge – che di giorno promette e di sera urla alla luna pensa solo ai fatti suoi, alla sua improponibile ricandidatura mentre l’assessore alla salute, Razza, ha fatto meno di niente per aumentare le terapie intensive, incrementare il personale medico e sanitario e coinvolgere i medici di famiglia”. “E non posso non sottolineare i gravi ritardi nell’edilizia sanitaria – aggiunge Barbagallo – con appalti bloccati e ospedali in sofferenza. Su 79 cantieri aperti solo meno del 10% – conclude – sono quelli completati”.

Secondo l’agenzia giornalistica Ansa, tuttavia, i dati dei ricoveri sembrano essersi ormai stabilizzati. L’impressione è che la Sicilia abbia ormai raggiunto il picco di contagi, come confermato ieri anche dal commissario per l’emergenza Covid a Palermo Renato Costa, e che nei prossimi giorni la curva dovrebbe cominciare lentamente a scendere.

Una chiave di lettura confermata anche dall’ultimo bollettino quotidiano che segnala 7.418 nuovi casi di Covid rispetto ai quasi 8 mila di ieri, con il tasso di positività che scende dal 18,4% al 15,7 %, mentre i pazienti in terapia intensiva sono 170, gli stessi di ieri.

Buone notizie, infine, secondo l’agenzia giornalistica, sul fronte della campagna vaccinale. Solo in provincia di Palermo, secondo quanto emerge dai dati dell’Asp, sono state somministrate in poco più di un anno 2.400.980 dosi di vaccini su un target di popolazione pari a 1.162.281. La percentuale di cittadini coperta con una dose è dell’86,8%, mentre il ciclo completo ha raggiunto l’84,02%, soltanto il 41% del target popolazione ha avuto invece fino ad ora il cosiddetto ‘booster’.

Nella foto: il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci

Redazione