Erano a caccia nel Parco dei Nebrodi, noncuranti dei divieti imposti per la tutela della selvaggina stanziale che in questo habitat trova l’ambiente ideale per riprodursi. Due cacciatori, un 60enne ed un 44enne, sono stati sorpresi dai Carabinieri della Stazione di Randazzo (Catania) con alcune beccacce e un suino nero appena uccisi. Entrambi sono stati denunciati penalmente per introduzione di armi ed esercizio della caccia nei parchi naturali regionali.
L’operazione rientra nel compito di salvaguardia che il Comando provinciale dei Carabinieri di Catania porta avanti in un territorio molto vasto, fatto di zone urbane industrializzate ma anche di parchi e di riserve naturali, tra cui il parco dei Nebrodi che, con i suoi 86mila ettari di superficie, è la più grande area naturale protetta della Sicilia.
I Nebrodi, infatti, insieme alle Madonie e ai monti Peloritani, costituiscono l’Appennino siculo, e il loro confine è segnato dal mar Tirreno a nord e dall’Etna a sud, in particolare dal fiume Alcantara e dall’alto corso del Simeto, territorio ricompreso nella giurisdizione della Compagnia Carabinieri di Randazzo.
Fra i compiti dei militari ci sono i servizi mirati per contrastare l’attività venatoria clandestina all’interno delle zone protette del parco. E così i Carabinieri di Randazzo, con il supporto dei colleghi dello Squadrone Eliportato Cacciatori di “Sicilia”, hanno sorpreso queste due persone, padre e figlio, che, in barba al divieto di caccia, erano entrati nel parco armati e avevano già predato diversa selvaggina.
Erano circa le 08:30 quando i Carabinieri stavano effettuando un servizio di perlustrazione a bordo di veicoli fuoristrada quando, giunti in contrada Casa Baiardo, hanno udito il rumore dell’esplosione di colpi di arma da fuoco. Imbracciati i binocoli, i militari hanno osservato l’area circostante, scorgendo dapprima una jeep parcheggiata nei pressi di Casa Demanio Roccabellia e poi, poco distante, queste due persone armate di fucili.
Gli equipaggi si sono diretti verso i due cacciatori, raggiungendoli mentre si trovavano all’interno di un’area recintata, nella quale era anche installato un cartellone che segnalava il divieto di caccia. Dopo il controllo, hanno accertato che uno era armato di fucile calibro 12 e 43 cartucce e l’altro di un fucile calibro 20 con 23 cartucce a munizionamento spezzato e 3 cartucce da caccia calibro 12 a palla unica.
I due avevano cacciato delle beccacce e un maialino nero, specie tipica dei Nebrodi, che sono stati affidati al personale del servizio veterinario dell’Asp di Catania, distretto di Bronte, che ne ha dichiarato la non commestibilità.
Al termine delle operazioni, tutte le armi ed il munizionamento sono stati sequestrati e i due cacciatori di frodo, sulla base degli indizi raccolti da verificare in sede giurisdizionale, sono stati denunciati.
Nella foto: i Carabinieri mentre perlustrano il Parco dei Nebrodi, in Sicilia
Redazione
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