Colpo non riuscito, questa notte, per una banda evidentemente pronta per una “spaccata”, ovvero la rottura di un ostacolo blindato con un mezzo pesante per effettuare una rapina.

Mezzanotte. Una gazzella della Sezione Radiomobile di Paternò (Catania), diretta alla vicina Motta Sant’Anastasia, scorgeva un autocarro Volvo che, a fari spenti, percorreva la strada nella stessa direzione di marcia. In particolare, il mezzo stava viaggiando “protetto” da una Citroen che lo seguiva e da una Alfa Romeo che, invece, lo precedeva.

I Carabinieri notavano che su quel furgone era stato caricato un grosso escavatore e pertanto intuivano che, molto probabilmente, dinanzi a loro c’era una banda pronta a commettere una “spaccata”.

I Carabinieri mentre procedono all’operazione investigativa. Sopra: il mezzo sequestrato che doveva servire, probabilmente, per eseguire una “spaccata” nei confronti di un istituto di credito   

Determinante “l’immediata e concorde decisione” dell’equipaggio di procedere al controllo di quei veicoli, informando via radio la Centrale Operativa e azionando, sia i lampeggianti che le sirene dell’auto militare.

 

I conducenti dei tre veicoli, invece di fermarsi, acceleravano e mentre la Citroen superava il furgone, imboccando a gran velocità la via Francaviglia, il mezzo pesante impediva alla gazzella di effettuare il sorpasso, ponendosi al centro della carreggiata e tentando di ostacolare ogni tentativo dei Carabinieri di superarlo.

L’inseguimento proseguiva fino alla via Margarone, una vicina strada rurale dove, a un certo punto, il conducente del furgone, con una pericolosa manovra, fermava il mezzo trasversalmente lungo strada, costringendo la Radiomobile a una brusca frenata per evitare l’impatto.

Il conducente, lasciato il furgone come sbarramento, scendeva rapidamente dal camion e saliva a bordo dell’Alfa Romeo, per poi dileguarsi nelle stradine circostanti.

A quel punto, i militari dell’Arma comunicavano con i colleghi della Centrale che, a loro volta, diramavano le ricerche delle due auto in fuga e chiedeva l’intervento della Sezione Investigazioni Scientifiche SIS, del Nucleo Investigativo di Catania, per effettuare i rilievi fotografici e dattiloscopici sul mezzo.

I militari accertavano che l’autocarro recuperato era stato rubato il giorno precedente, a Catania, al proprietario di una ditta di costruzioni. Contestualmente venivano avviate tutte le indagini per risalire ai componenti del gruppo criminale.

L’intervento dei Carabinieri di Paternò, impegnati nel controllo di un vasto territorio che si dirama da un lato fino alla sommità dell’Etna e dall’altro sino ai paesi che confinano con le province di Siracusa ed Enna, è stato determinante per sventare un assalto che, molto probabilmente, avrebbe preso di mira qualche istituto bancario della zona.  

Redazione