Innalzato il livello di protezione nei confronti dell’impreditore di Belpasso (Catania) Mario Cavallaro, testimone di giustizia considerato “a rischio” dalla Commissione centrale del ministero dell’Interno, organo preposto a decidere sui programmi speciali di protezione, che, di concerto con carabinieri, polizia, guardia di finanza e magistratura, ha stabilito di assegnare una scorta con due unità “fisse” di Forze dell’ordine (più eventuali altri componenti che, in base alle valutazioni del momento, verranno decise dal capo scorta). 

Se gli organi competenti hanno deciso di alzare il livello di protezione nei confronti di Cavallaro, evidentemente lo ritengono un testimone di giustizia attendibile e quindi soggetto da proteggere da eventuali ritorsioni da parte di Cosa nostra.

Va ricordato infatti che l’imprenditore di Belpasso è reduce da quattordici mesi trascorsi in “località protetta” (e segreta) per tutelare la sua incolumità. Circa due mesi fa, tornato nella sua città d’origine, è stato messo sotto la tutela del Nucleo operativo di protezione (Nop), dopo il provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Catania. Adesso è stato innalzato il livello di protezione con un’ulteriore rafforzamento del servizio. 

L’allontanamento in un luogo sconosciuto era stato deciso circa un anno e mezzo fa in seguito alle pesanti minacce (con incursioni mafiose scattate nottetempo nella sua azienda di Piano Tavola e addirittura con un sequestro di persona avvenuto alcuni anni fa) di cui lo stesso imprenditore è stato vittima.

Una serie di intimidazioni scaturite dalle copiose testimonianze di Cavallaro contro i clan mafiosi, che per anni lo avevano tartassato con la richiesta di “pizzo”, ma che nei mesi scorsi hanno avuto un primo epilogo nel corso del processo scattato contro i clan denunciati dall’imprenditore, in cui il pubblico ministero del Tribunale di Catania, Giuseppe Sturiale, ha chiesto la condanna a 10 anni di reclusione per l’ex socio di Cavallaro, Santo Tomasello (ritenuto dalla Procura il trait d’union fra l’imprenditore e i boss), e per gli affiliati a Cosa nostra (clan Santapaola Ercolano) Mirko Casesa della cosca di Mascalucia (8 anni e 1600 Euro di multa), Nicolò Squillaci detto Mattiddina della cosca di Piano Tavola (8 anni e 1600 Euro di multa) e Ignazio Barbagallo, poi diventato collaboratore di giustizia (2 anni e 2 mesi).

Il processo si concluderà il 19 settembre. 

Nella foto: il testimone di giustizia Mario Cavallaro, imprenditore di Belpasso (Catania)

Luciano Mirone