E’ morto stanotte a Roma, dove viveva, all’età  di 96 anni Emanuele Macaluso, giornalista, politico, scrittore e sindacalista. Era ricoverato al policlinico Gemelli per problemi cardiaci aggravati dai postumi di una caduta.  

Nato a Caltanissetta il 21 marzo 1924, fin da giovane aderisce al Partito comunista italiano nel quale, nel 1941, si tessera clandestinamente. Dal 1947 al 1956 è segretario regionale della Cgil.

Sorriso ironico e baffi ben curati – come scirve l’Ansa -, Macaluso fu segretario regionale del Pci, divenendo, alla fine degli anni ’50, uno degli ideatori del ‘milazzismo’, che porto’ ad un governo regionale sostenuto da comunisti, socialisti, monarchici, missini e fuoriusciti Dc e con la stessa Dc all’opposizione. Un esperimento d’avanguardia ma cosi’ imitato da trasformare ‘l’operazione Milazzo’ (dal nome di Silvio Milazzo) in un neologismo usato per indicare la convergenza di due schieramenti politici (destra e sinistra, per lo piu’) per isolare un terzo, spesso di centro. 

Membro della segreteria del Pci dal 1963, 3 volte deputato e 4 senatore, tra i dirigenti piu’ di spicco dell’era Berlinguer, Macaluso ha scritto – e diretto per 4 anni – a lungo per ‘L’Unita”, dove firmava i suoi corsivi con la sigla “em.ma”.

Acceso polemista attraverso i suoi articoli e i suoi libri, Macaluso è stato protagonista di tante battaglie anche private. Nel 1944 fini’ in carcere per adulterio per la relazione con Lina, una donna gia’ sposata.

Amico di scrittori come Vittorini e Sciascia, togliattiano convinto e, negli ultimi anni, sostenitore dell’adesione del Pd al socialismo europeo, Macaluso non ha nascosto la sua distanza tra il suo mondo e quello di Matteo Renzi.

Di lui, l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha detto: “Amici, e portatori di comuni posizioni ideali, lo siamo stati da quando Emanuele e io non avevamo ancora compiuto i quarant’anni (forse i trenta). Ma ci siamo sempre piu’ avvicinati negli ultimi venticinque anni”, ha scritto il capo dello Stato, che con Macaluso e Giorgio Amendola fu uno dei leader della corrente “migliorista”, a testimonianza di un legame che ha unito Napolitano al politico siciliano da decenni (Ansa).

Redazione