Una storia di ordinario disagio che si trasforma in tragedia. Il tentativo di un furto praticato con l’esplosivo distrugge la vita del ragazzo che muore e dell’altro che si salva ma che adesso è in carcere. La storia si svolge lo scorso 20 febbraio nel quartiere di Librino, a Catania, dove due giovani, Agatino Cristian GIUSTINO (la vittima) e Davide Alfio VIOLA (il complice) decidono “di danneggiare – come si legge nel comunicato della Procura della Repubblica di Catania, che ha condotto le indagini – con l’esplosivo un erogatore di sigarette posto sul muro esterno di una rivendita di tabacchi, sita in viale Castagnola 5 del quartiere di Librino con l’intento di danneggiarlo per poterne rubare i soldi ed i tabacchi contenuti all’interno”.

Attraverso l’attività investigativa del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Catania Fontanarossa ed i rilievi tecnici della Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparto Operativo del Comando Provinciale (che hanno esaminato la dinamica del fatto mediante le immagini di una telecamera posta nell’impianto di videosorveglianza della tabaccheria) è stato possibile accertare “che i due giovani, con il volto travisato e i vestiti di abiti scuri, si erano furtivamente avvicinati all’erogatore collocando l’ordigno che era dotato di due micce d’accensione,  delle quali soltanto una era stata accesa proprio dalla vittima che, in effetti, non aveva avuto la percezione della sua potenzialità distruttiva”.

“Immediata la fuga dei malviventi”. Davide Alfio VIOLA, si legge nella nota dei magistrati, “si dirige verso destra trovando rifugio dietro una cabina elettrica in cemento, mentre Agatino Christian GIUSTINO, fuggito nella stessa direzione, improvvisamente “cambia idea tornando indietro nell’intento di ricongiungersi con il complice ma venendo investito, proprio in quel momento, dalla potente onda d’urto generata dall’esplosione dell’ordigno”, che causa la sua morte, “sbalzandolo contro gli autoveicoli parcheggiati”.

Il complice, “spaventato per l’inaspettato effetto devastante, si allontana terrorizzato aspettando il complice, nella convinzione che si fosse attardato a recuperare soldi e tabacchi dal distributore distrutto, salvo poi scoprire la realtà, allorché, dopo innumerevoli tentativi di contatto telefonico con l’amico, si libera del passamontagna ritornando sul luogo dell’esplosione e rendendosi conto dell’accaduto”.

“Il giorno dopo Davide Alfio VIOLA, accompagnato dal proprio legale di fiducia, si presenta presso gli uffici della Compagnia Carabinieri di Catania Fontanarossa “per assumersi le proprie responsabilità in merito al fatto delittuoso, confermando quanto era già stato acquisito dai militari nel corso delle indagini”.

Barbara Contrafatto