“In Sicilia neppure lo smaltimento dei rifiuti è uguale per tutti. I costi per i comuni, e quindi per i cittadini, variano da 380 euro a tonnellata per il conferimento in discarica (quasi 4 volte in più rispetto alla tariffa  decretata dalla regione) a 240 euro a tonnellata  passando per  50 euro a tonnellata. È inaccettabile che per lo stesso servizio, talvolta perfino nello stesso impianto, ci siano sperequazioni tanto evidenti e ingiustificate”.

Lo dichiarano la segretaria del PD della Provincia di Catania, Maria Grazia Leone e il vicesegretario Nino Vullo. “Sono anni che la Sicilia attende il miracolo di un ‘piano dei rifiuti’ che, tra le altre cose, avrebbe permesso ai cittadini di avere chiarezza su tariffe puntuali e conformi in tutta la Regione. Adesso, dopo sette anni di immobilismo dei governi di centrodestra, pare si sia partorita un’ipotesi di Piano, che rischia di venire subito fermato dalle continue risse interne al centrodestra”.

“Intanto – dicono i due rappresentanti del Pd – da anni i comuni sono costretti a subire l’aumento del costo del conferimento e restano ostaggio dei signori delle discariche”.

“ Le amministrazioni locali – proseguono – sono state lasciate sole davanti alla giungla arbitraria dei prezzi. Costi che cambiano da comune a comune, da discarica a discarica, con aumenti assurdi come accaduto per Sicula che ha raddoppiato la tariffa per tutti i rifiuti a prescindere dalla destinazione degli stessi, in regione o all’estero”.

“Ci chiediamo – affermano Leone e Vullo – perché non vengano applicati i criteri ARERA e, soprattutto, se non sia ora di dare trasparenza ai costi reali. La TARI sta raggiungendo livelli insostenibili per i cittadini. Le amministrazioni che hanno adeguato i PEF (certificando gli aumenti) rischiano di dover gestire la crisi sociale, quelle che non lo vogliono fare rischiano il dissesto finanziario”.

“La Regione – seguitano gli esponenti Dem – prima ha garantito con decreto un contributo per la copertura degli extracosti a favore dei comuni che conferiscono rifiuti presso l’impianto di Lentini e poi ha annullato il decreto perché privo di copertura economico-finanziaria. Un pasticcio assurdo che può causare conseguenze gravi in termini di bilancio per le amministrazioni locali”.

“L’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) – concludono – si sta battendo a tutti i livelli per segnalare la situazione di estrema gravità che si è verificata. Per tutta risposta Schifani recita il de profundis e annuncia che non ci sono coperture. Al massimo promette un incontro coi Sindaci. Chiacchiere a buon mercato, insomma, ma in pratica i Comuni che cosa devono fare? Non approvano i bilanci? Non approvano i pef? Mentre la regione discute si stanno costruendo le basi per una emergenza ambientale, sociale ed economica. E Schifani e soci, come al solito, se ne laveranno le mani”.

Nella foto: una discarica abusiva a Messina

Redazione