Egregia segretaria del Pd Elly Schlein, da tempo auspico l’alleanza fra il suo partito e il Movimento 5 Stelle. Credo che entrambi possano rappresentare un argine alle tante derive alle quali questo Paese sta andando incontro: dalla mancata lotta alla mafia e alla corruzione alla privatizzazione della sanità, dall’abbandono dei ceti più deboli all’assenza di una strategia seria per l’occupazione, da una tensione sociale che senti crescere ogni giorno alla totale insufficienza di una politica seria per l’ambiente, dall’incapacità di rigenerare le periferie alla regolamentazione dell’informazione radio-televisiva (tanto per fare alcuni esempi).

Auspico questa alleanza – forse illusoria – perché ritengo che Pd e 5S siano depositari di una cultura che parte da lontano ed arriva fino ai giorni nostri attraverso un travaglio fatto di dolore e di valori, che non può essere cancellata.

Quando parlo del Pd penso alla lotta partigiana e alla lotta a Cosa nostra, a Pertini, a Berlinguer, a Moro, a Piersanti Mattarella, a Pio La Torre e a tante persone che hanno dato la vita per i valori in cui credevano, quando parlo del M5S penso a certe battaglie che non ritengo affatto demagogiche come certi facili oracoli teorizzano per demonizzare il movimento.

Però egregia segretaria del Pd, se non si parte dalla “questione morale”, madre di tutte le battaglie, temo che il fronte progressista regalerà allo schieramento avversario chissà quanti altri anni di dominio assoluto.

Ecco perché con franchezza le dico che – per quanto il mio giudizio possa contare poco – in questa querelle sull’inquinamento del voto in Piemonte e in Puglia (solo la punta dell’iceberg: credo che lei lo sappia benissimo), io sto dalla parte di Conte che ha rotto l’accordo per le primarie in attesa di un segnale positivo che “deve” arrivare da parte sua.

Fino a quando il Pd non farà piazza pulita delle ambiguità, delle zone grigie, degli accordi con la peggiore politica italiana (“politica” nella migliore delle ipotesi), magari per un assessore o per un rappresentante in una società partecipata, andrà a sbattere miseramente contro il muro delle astensioni e contro la sua stessa storia.

L’alleanza fra voi e il movimento di Conte ha un senso se darete un’anima alla politica, se darete una speranza a chi vuole una società davvero progredita.

Fanno male certi pezzi del Pd ad attaccare in maniera così scomposta il leader dei Cinque Stelle. Invece di lasciarsi andare a certi commenti fuori luogo, farebbero meglio ad essere più introspettivi su certe alleanze stipulate per anni fra il suo partito e certi personaggi come Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo. Acqua passata? Certo. Nel senso che sono passati diversi anni, ma nel frattempo, da parte vostra, c’è stato un segnale sulla “questione morale”? Chi è ansioso di saperne di più scenda lo Stivale fino alla sua punta, legga ad esempio la relazione del prefetto di Catania sul recente scioglimento del Consiglio comunale di Randazzo e si faccia un’idea di come l’asticella dell’etica sia diventata quasi irraggiungibile a causa di certi accordi innaturali fatti sempre con l’acquiescenza (se non la complicità) degli organi superiori del partito.   

C’è stata la sua elezione alla segreteria del Pd – e questo rappresenta un momento di rottura importante con il passato – ma è sufficiente per dire che siamo di fronte ad una vera e propria catarsi del partito? Sono sufficienti le (sacrosante) battaglie per i diritti civili per imprimere quella svolta desiderata da molti italiani?

È vero, ci vuole tempo per rimuovere le tante incrostazioni del Pd. Ma intanto, anziché prendersela con chi “ha fatto saltare il tavolo”, è necessaria una sana autocritica (pubblica) che può rappresentare un segnale di speranza per chi, quella speranza, ormai, l’ha persa da tempo.

Nella foto: la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein

Luciano Mirone