“Un taglio miliardario dei fondi del Pnrr per gli ospedali previsto da Roma e una sanità considerata un bancomat dal governo di centrodestra, con un governo regionale che ancora non dice cosa farà per opporsi a questo scandalo”. E’ questo il sunto della denuncia che il gruppo del Movimento 5 Stelle all’Assemblea regionale siciliana ha rivolto al presidente della Regione Sicilia Renato Schifani attraverso tre domande: “Quali sono le azioni che la Regione intende mettere in atto a tutela del servizio sanitario regionale, già fortemente compromesso, e per opporsi al taglio di 1,2 miliardi di fondi del Pnrr previsto da Roma? A quanto ammonta la ‘quota parte? del definanziamento nazionale a carico della Regione Siciliana e, infine, quali sono i progetti che la Regione Siciliana ha presentato, attivato e quali di questi sono interessati dal previsto definanziamento delle risorse Pnrr?”

Il M5S chiede “risposte urgenti” al presidente della Regione e all’assessore alla Sanità, Volo, in questa interrogazione a firma del capogruppo Antonio De Luca, “in seguito alla notizia del taglio di 1,2 miliardi di euro dei fondi del Pnrr destinati alla sanità e in particolare alla realizzazione di opere per la sicurezza sismica delle strutture ospedaliere del nostro Paese”.

“Si tratta – commenta De Luca – di una scelta vergognosa che finirebbe col dare il colpo di grazie alla nostra sanità gravemente malata dopo il Covid e dopo le pessime scelte del governo regionale. Roma deve smetterla di pensare alla sanità come bancomat della politica e la Regione di vederla solo in chiave di posti di potere da lottizzare, come dimostra l’indecente lotta per la sparizione delle poltrone dei manager in scena da mesi in Sicilia”-

“Il ministro Fitto – continua De Luca – cerca di mascherare questo taglio come uno spostamento di risorse a cui attingere, ma di questo governo noi non ci fidiamo, specie se si considera che non si fidano nemmeno parecchi assessori del centro destra della Commissione Salute della conferenza delle Regioni che, giustamente, hanno parlato di scelta folle e hanno chiesto un incontro urgente al ministro della Salute, Schillaci”.

“Inoltre – conclude De Luca – alcuni interventi finanziati sono cantieri in corso o hanno gare assegnate, e pertanto hanno prodotto obbligazioni giuridicamente vincolanti e pertanto non possono essere messi a carico, come previsto da Roma, dell’articolo 20 della legge 67 del 1988”.

Nella foto: un ospedale di frontiera in Sicilia

Redazione