“Le parole sono importanti. E non sono mai neutre. Anche in luoghi come l’Assemblea Regionale Siciliana, in cui la lingua italiana subisce, spesso, ingiurie. Definire ‘aberrante’ la trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali nelle anagrafi comunali è un atto di violenza il cui senso, probabilmente, sfugge anche al deputato leghista Figuccia”.

Il riferimento è a una dichiarazione che oggi il deputato della Lega all’Assemblea regionale siciliana Vincenzo Figuccia ha inviato a questo giornale, in cui definisce “aberrante” la mozione approvata nel parlamento siciliano sulla trascrizione delle famiglie omogenitoriali (nella quale i coniugi hanno orientamenti non eterosessuali) nelle anagrafi comunali (“Il frutto dell’ennesima esibizione della sinistra e di qualche deputato raccogliticcio al di fuori di quel perimetro che pensano che i figli possano essere inseriti in famiglie ibride, dove non c’è la mamma e il papà”, ha detto Figuccia).   

Nel giro di qualche ora la risposta del Pd soprattutto al cospetto del termine “aberrante”: “Una parola violenta – dice Sergio Lima, componente della Direzione nazionale del Partito Democratico -, che serve solo a far sentire esclusi dalla comunità centinaia di bambini e bambine in Sicilia”. 

“Se c’è qualcosa di aberrante – prosegue Lima – è l’uso aggressivo e sconsiderato delle parole, giochicchiando con la vita degli esseri umani per raccattare qualche like social o lisciare il pelo a settori sempre più minoritari della società siciliana”. 

Redazione