Con la notizia dell’accordo fra l’ex presidente della Regione Sicilia Totò Cuffaro e l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, stipulato per le prossime elezioni europee, questo giornale ha anticipato  di diversi giorni nettamente tutte le altre testate. Riproponiamo l’articolo a beneficio di chi non lo avesse ancora letto.

Cosa farà alle prossime Europee di giugno il fatidico “centro siciliano” per riposizionarsi e per risultare “determinante” per gli assetti nazionali sia nel campo del centrodestra, sia in quello del centrosinistra? Al di là dei luoghi comuni, che vogliono un centro ormai defunto, in Sicilia, terra di Gattopardi, si potranno sperimentare nuovi equilibri, dato che l’Isola è considerata da sempre un formidabile laboratorio politico in grado di determinare l’affermazione di uno schieramento anche a livello nazionale.

Tante le trattative per ottenere il passaporto per Bruxelles, a cominciare dall’accordo – che i rumors danno per certo – fra la Democrazia cristiana di Totò Cuffaro e Italia Viva di Matteo Renzi, che nell’Isola (dato che si vota col sistema proporzionale con sbarramento al 4 per cento) parteciperebbero federati sotto un unico simbolo. Alta la posta: per Renzi si parla di un incarico molto prestigioso all’interno dell’Ue, auspice la Francia che sta spianando la strada all’ipotesi.

L’ex presidente del Consiglio metterebbe in campo l’attuale deputato nazionale Davide Faraone, mentre l’ex presidente della Regione Sicilia schiererebbe Francesca Donato, ex Lega, ora vice presidente nazionale della Dc, con l’appoggio dell’attuale capogruppo del partito all’Assemblea regionale siciliana Carmelo Pace.

Trattative sono in corso per coinvolgere +Europa di Emma Bonino, oltre a diversi “cespuglietti” che gravitano in quell’area: allo stato la situazione viene data “in evoluzione”.

E Cuffaro? Da quando il fondatore della nuova Democrazia cristiana è stato dichiarato “candidabile”, malgrado la condanna per favoreggiamento alla mafia, molti si aspettano la prossima mossa, ma lui, almeno per ora, preferisce fare il sornione: fa il leader del suo partito, cura la regia in molti comuni siciliani (clamoroso il colpaccio nella Palermo del dopo Orlando con il sindaco Roberto La Galla appoggiato anche dal fondatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri), non si sbilancia in merito ad un suo eventuale ritorno nelle istituzioni. A cominciare da un seggio in Europa attraverso una partecipazione diretta, ma c’è chi giura che in caso di vittoria si dimetterebbe il giorno dopo per far posto alla stessa Donato, su cui Totò ha puntato molto (in quel caso, Pace, non si candiderebbe).

In realtà, sempre i soliti rumors sono d’accordo nell’affermare che il grande sogno di Cuffaro sia il ritorno alla presidenza della Regione Sicilia. Se questo è vero, si dice che dovrà fare i conti con un altro pezzo da novanta della politica nell’Isola: quel Raffaele Lombardo, successore di Cuffaro al governatorato della Sicilia, che potrebbe aspirare a quella poltrona, dopo il sogno svanito del ritorno alla presidenza della Provincia regionale di Catania. Il disegno di legge per il ripristino delle Province è stato bocciato sonoramente qualche mese fa dai franchi tiratori dello stesso  centrodestra. Quindi addio sogni di gloria? Non è detto, perché Lombardo, all’ultimo momento, potrebbe decidere di scendere in campo per le Europee (“Mai dire mai”, ha dichiarato recentemente). 

Dopo l’assoluzione dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e di corruzione elettorale, anche Lombardo appare un politico rigenerato: in modo felpato e silenzioso, com’è nel suo stile, stringe accordi con la destra e con la sinistra, fa e disfà alleanze, tesse reti. Alle Europee si dà per certa l’alleanza fra il suo Movimento per l’Autonomia (Mpa) e la Lega di Salvini (anche in questo caso si tratterebbe di un progetto federativo), con la deputata europea uscente Annalisa Tardino della Lega (corrente Lombardo) candidata e l’assessore regionale all’Istruzione Mimmo Turano (corrente Sammartino) sotto il simbolo di Alberto da Giussano. Ma pare che quest’ultima candidatura stia tramontando per far posto a quella dell’ex sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli.

Azione di Calenda dovrebbe correre da sola, così come Fratelli d’Italia, che dovrebbe candidare l’ex assessore regionale alla Salute (governo Musumeci), Ruggero Razza, pupillo dell’attuale ministro.

Ma ancora la situazione è in fermento. Quel che è certo è che per le prossime Europee, Forza Italia non intende allearsi con Cuffaro (il partito di Berlusconi dovrebbe candidare i due assessori regionali Marco Falcone ed Edy Tamaio, rispettivamente all’Economia e alle Attività produttive). Ovviamente in nome della “questione morale”. Ma non dice una sola parola sul suo fondatore, Marcello Dell’Utri, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, che, al di là della partecipazione alle elezioni, non appare fuori dai giochi interni.

Intanto il partito di Berlusconi – come si è visto alle ultime regionali in Sardegna e in Abruzzo – cresce in modo lento ma costante. Segno che il nuovo corso “moderato” impresso da Antonio Tajani piace all’elettorato di centrodestra. Non resta che aspettare per vedere se – almeno in Sicilia – moriremo democristiani.

Nella foto: l’ex presidente della Regione Sicilia, Totò Cuffaro, oggi leader della nuova Democrazia cristiana

Luciano Mirone