“Lo schiaffone a Schifani sulle Province si è sentito fino a Roma e non può non avere conseguenze. Questo governo deve andare a casa”. Lo ha affermato in aula il capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca,  appena dopo la netta bocciatura dell’articolo 1 della legge sulle Province che decreta la bocciatura dell’intero apparato normativo.

“Si tratta  – ha affermato Antonio De Luca – di un risultato anche più clamoroso di quello che immaginavo, anche se avevo sottolineato che questo ddl non era condiviso nemmeno dalla sua maggioranza, ma  Schifani  ha  avuto l’arroganza di presentarsi in aula e prendere in diretta questa sonora batosta sulla legge che porta la sua firma. Ora tragga le dovute conseguenze e si dimetta, anche perché questa è l’ennesima dimostrazione che questo governo non ha più maggioranza né in aula né fuori da essa”.

Gli fa eco il collega e coordinatore regionale dello stesso movimento Nuccio Di Paola: “Il parlamento regionale ha sfiduciato palesemente per la seconda volta il presidente Schifani presente in aula”.

“La prima volta – dice Di Paola – con il disegno di legge che salvava gli ineleggibili, ed oggi con l’altro suo cavallo di battaglia ovvero la restaurazione delle province regionali e delle relative poltrone. Se fossi il Presidente Schifani trarrei le dovute considerazioni da questa ennesima bocciatura. La maggioranza di destra non esiste più e non rappresenta i siciliani”.

“Con questa sonora bocciatura – aggiunge Di Paola – ribadiamo la nostra posizione contraria a questo  DDL province. Evitiamo di creare storture normative che danneggiano i siciliani. Abbiamo chiesto il ritiro del disegno di legge ma Schifani non ha voluto darci ascolto, ecco perché abbiamo chiesto il voto segreto. Ci sono ben altre emergenze di cui dobbiamo occuparci come rappresentanti dei siciliani: dalla viabilità all’agricoltura, da quella della sanità alla crisi di liquidità delle famiglie. I siciliani non possono più aspettare e non sanno cosa farsene della moltiplicazione delle poltrone”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo del Partito democratico all’Assemblea regionale siciliana, Michele Catanzaro: “Ad una settimana dal tonfo sul ddl salva ineleggibili il centrodestra si sgretola nuovamente sulla riforma delle Province. L’immagine del governo che fugge dall’aula subito dopo il ko è la rappresentazione plastica di una maggioranza totalmente allo sbando”. 

A rafforzare il concetto, la dichiarazione del deputato del Pd Antonello Cracolici, presidente della Commissione regionale antimafia: “Il centrodestra pensa che vincere le elezioni voglia dire comandare, su questa strada saranno sempre sconfitti. Quando si smarrisce il senso della funzione istituzionale c’è chi pensa di poter fare quello che vuole, così come è successo all’Ars con la bocciatura della riforma delle province: un ddl che, come più volte abbiamo detto, non aveva né capo né coda”. 

“Nel centrodestra c’è uno scontro per il comando e non sulle soluzioni da dare ai problemi della Sicilia – ha aggiunto Cracolici -: o questa maggioranza si ferma e capisce che ha il ‘dovere di governare la Regione’ e non il ‘diritto di comandarla’, o andremo tutti a sbattere perché lo scontro politico si inasprirà sempre di più”.

Nella foto: l’Aula dell’Assemblea regionale siciliana a Palazzo dei Normanni a Palermo

Redazione