“Antonello Montante fu uno degli artefici della mia sconfitta alle elezioni del 2012 per la presidenza della Regione. Nel senso che ha individuato e sostenuto la candidatura di Rosario Crocetta alla presidenza sostanzialmente in alternativa alla mia”.
Lo ha detto il ministro per la protezione civile e per le politiche del mare Nello Musumeci, sentito oggi come teste al processo sul cosiddetto Sistema Montante, a Caltanissetta, che vede imputato l’ex presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante ed esponenti di forze dell’ordine, della politica e dell’imprenditoria.
“Il dottore Montante – ha continuato Musumeci rispondendo alle domande del pm Davide Spina – nel primo incontro che abbiamo avuto mi disse che per combattere la mia candidatura e farla divenire soccombente si riteneva di puntare su Crocetta come candidato perché gay dichiarato, perché il suo impegno antimafia appariva sincero, schietto, determinato e parlava di rivoluzione in una società nella quale il politico tradizionale aveva difficoltà ad attecchire”.
L’ex presidente di Sicindustria è già stato condannato a 8 anni di carcere dalla Corte d’Appello di Caltanissetta perché accusato di essere stato a capo di un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e allo ”spionaggio” (Ansa).
Ma le dichiarazioni di Musumeci non si fermano qui e coinvolgono l’ex presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci. Ne dà notizia il coordinatore del Movimento 5 Stelle alla Regione Sicilia, Nuccio Di Paola, che prende decisamente le difese di Antoci: “Evidentemente lo sport preferito di Musumeci – dice Di Paola – è quello di parlare a sproposito. Lo ha fatto spesso da presidente della Regione, lo ha fatto da ministro, continua a farlo ora da teste nel corso processo Montante, screditando un uomo, come Antoci, la cui dirittura morale è testimoniata dai fatti. E si tratta di fatti che l’ex presidente del Parco dei Nebrodi ha scontato sulla sua pelle per stare dalla parte della legalità”.
“Musumeci – continua Di Paola – dovrebbe solo ringraziare Antoci per il suo protocollo della legalità, diventato legge dello Stato, che ha contribuito ad assestare pesanti colpi contro la cosiddetta mafia dei pascoli”.
Nella foto: il ministro alla Protezione civile, Nello Musumeci, ex governatore della Sicilia
Redazione
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