Un’interrogazione, con richiesta di risposta urgente scritta, indirizzata al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, all’assessore regionale della Famiglia e delle Politiche sociali Nuccia Albano e all’assessore regionale dell’Economia Marco Falcone. A firmarla è Giuseppe Zitelli, deputato di Fratelli d’Italia all’ARS e segretario della Commissione Salute e Servizi sociali e sanitari, che chiede quali iniziative il governo regionale intenda mettere in atto per scongiurare la chiusura dell’Istituzione pubblica di assostenza e beneficenza (Ipab) “Salvatore Bellia” di Paternò, in provincia di Catania.

“La struttura – si legge nella nota dell’onorevole Zitelli – rischia la cessazione delle proprie attività a causa dell’enorme indebitamento. La gestione commissariale straordinaria – spiega Zitelli – ha già comunicato la sospensione del rapporto di lavoro del personale dipendente a tempo indeterminato”.

“Nello specifico – scrive Zitelli -, il commissario in carica Giovanni Rovito, nel dicembre del 2023, ha predisposto una delibera con cui si è proceduto alla dichiarazione di eccedenza del personale. A ciò si aggiunge il dramma, non meno grave, dei quarantadue anziani ospiti che saranno costretti a trovare un’altra sistemazione oppure, laddove possibile, a tornare nelle loro case, con tutti i disagi che ciò comporterà per loro”.

L’Ipab “Salvatore Bellia” consta di due strutture: una, che può ospitare fino a cinquanta unità, dove attualmente alloggiano gli anziani, e un’altra, inutilizzata, che sorge poco distante e che è stata ultimata quindici anni addietro.

L’Ipab, è scritto nella nota, è un punto di riferimento per tutto il comprensorio, non soltanto per la comunità di Paternò.

“Non è accettabile – conclude il parlamentare siciliano – dire addio a una struttura storica e così utile sotto il profilo sociale dell’accoglienza : chiedo al presidente Renato Schifani e agli assessori Marco Falcone e Nuccia Albano di attivarsi immediatamente, fornendo anche un ulteriore finanziamento,  per evitare la chiusura o procrastinarla fino al 31 dicembre del 2024, al fine di vendere i beni mobili e immobili e sanare così i debiti, consentendo agli ospiti di trovare altre sistemazioni, anche dentro l’edificio attualmente chiuso”.

Nella foto: l’Ipab Salvatore Bellia di Paternò (Catania)

Redazione