A Belpasso la vita inizia con gli anta. Se a quaranta, cinquanta o addirittura sessant’anni non importa. Quel che importa è indossare una maglietta, dei pantaloncini, un paio di scarpette da ginnastica, prendere un pallone e giocare. Come? A pallavolo.

Se qualcuno pensa che sia uno scherzo, può mettersi il cuore in pace. A Belpasso c’è una pattuglia di “ragazzine/i” di quell’età che ha messo da parte le pantofole, la tivù e i Social, si è messa in discussione ed ha dato una “una botta di vita” alla propria esistenza. Un deja vu di un’altra vita, quando gli anni erano venti. Ma è un deja vu che sa tanto di cuore oltre l’ostacolo o semplicemente di mani oltre quella parte quasi irraggiungibile della rete, quando riesci a fare il pallonetto ai ragazzini. Sì, perché in questo caso le partite non si disputano fra persone di pari età. Qui gli over 40, 50 ed anche oltre giocano contro i ventenni. Roba da non credere.

Una formazione della Belpasso Volley over 40. Sopra: un’altra formazione

Oltre all’allenatrice-giocatrice Claudia Pensabene, ci sono Annalisa Santonocito, Graziella Schilirò, Stefania Prastani, Graziana Gagliano, Velentina Torre, Valeria Marino, Salvatrice Navarria, Loredana Gagliano, Angela Cimmino, Flavia Fallico, Helenia Zappalà, Maria Branchina, Graziella Costa, Maria Luisa Latina, Silvia Teri.

Dire che si tratti di un ritorno alla giovinezza è falso, dire che si tratta di un modo “rivoluzionario” di rimettersi in discussione e di vedere il mondo a colori è assolutamente vero. Qui la giovinezza non è un lifting, una liposuzione, un bisturi o una puntura di botulino sulle labbra. È una categoria dello spirito che si riflette anche nel corpo. Perché qui si è giunti alla conclusione che lo sport – oltre a farti stare in forma – ha lo straordinario potere di creare equilibrio, autostima, entusiasmo, amicizia e soprattutto sorrisi.

Ecco perché le “girls” e i “boys” si sono immerse/i in questa catarsi collettiva andando controcorrente in un contesto sociale nel quale, se ad una persona dai quarant’anni in su chiedi “come stai”, ti senti rispondere: “Come i vecchi”.

E allora dovreste vederle/i con quanto entusiasmo si allenano due volte la settimana per partecipare al campionato Csi (Centro sportivo italiano) contro squadre di ragazzi che, prima di ogni partita, durante la rituale stretta di mano, salutano con tanto di “buongiorno” e “buonasera”. Dovreste vederle/i come schiacciano, come fanno il “muro” e il bagher, come si tuffano sul parquet. Chi non crede a queste parole è pregato di andare a vedere.

La “mista” maschile-femminile della Volley Belpasso over 40 con il presidente Carmelo Russo (a sinistra)

Sono diciotto donne e una decina di uomini che si allenano separatamente a giorni alterni. Ma adesso, parallelamente al campionato femminile (cominciato da qualche mese), sia donne che uomini (grazie alla società in cui militano) hanno deciso di partecipare ad un torneo “misto”.

Tutte/i fanno parte della Belpasso Volley 1970 di Carmelo Russo (oltre 150 atleti fra settore giovanile e campionati vari: un modello), fratello di Pippo e di Mimmo, che cinquantaquattro anni fa importarono la pallavolo a Belpasso anche attraverso gli indimenticabili giocatori della Paoletti, vincitori del mitico scudetto degli anni Settanta. La “rivoluzione” che oggi si attua alle pendici dell’Etna è “figlia” di una tradizione dalle radici antiche e consolidate.

Claudia Pensabene è l’anima di questa esperienza. Pallavolista della Belpasso Volley dall’età di tredici anni, a ventisette si infortuna ed è costretta ad abbandonare l’attività agonistica. Da quel momento comincia a fare l’allenatrice: “Sapessi quanti bambini ho cresciuto”. Nei primi anni del Duemila, Claudia decide di trasferirsi a Parigi per proseguire l’arte dell’acconciatura intrapresa a Belpasso. In Francia sta vent’anni, nelle ore libere si diverte a fare pallavolo (nel frattempo è guarita dall’infortunio) e durante il lavoro conosce un sacco di gente.

L’allenatrice Claudia Pensabene

“Un giorno in negozio venne una signora”, ricorda Claudia. “Magrissima, capello corto, parlantina sciolta. Mentre discutevamo mi disse: ‘Ho appena finito di fare la marcia’. ‘La marcia? Ma sono molti chilometri’. Timidamente le chiesi: ‘Signora mi scusi, ma lei quanti anni ha?’. ‘Novanta’. ‘Non ci credo’. Mi fece vedere la carta d’identità. Pazzesco! Aveva davvero novant’anni. ‘Non mi dire che sono vecchia, i vecchi sono quelli (anche giovani) che si alzano tardi e stanno tutto il giorno sul divano. Io mi alzo presto, faccio una buona alimentazione e pratico mezz’ora di marcia al giorno. Per fare sport non c’è età, solo così puoi stare bene con te stessa e con gli altri”.

Dopo un ventennio Claudia decide di prendersi due anni sabbatici e torna a Belpasso. “Porto mio figlio a fare pallavolo nella mia ex società, incontro Carmelo Russo: ‘Vorrei riprendere’. Carmelo mi guarda e sembra che voglia dire: ‘Ma sei seria?’. Qualche battuta e l’idea prende corpo. ‘Posso concedervi solo un giorno la settimana: il mercoledì, un’ora, al massimo un’ora e mezza’. E sia! Ricontatto le ex pallavoliste. All’inizio siamo in sei, poi in otto, col passaparola la cosa diventa seria e ci iscriviamo al campionato Csi. Faccio l’allenatrice e la giocatrice. Quarte su sette. Non male come piazzamento. Adesso siamo diciotto e abbiamo pure gli sponsor. Dopodiché si inseriscono anche i maschi”.

Che sono Domenico Monaco, Giuseppe Prezzavento, Luigi Santonocito, Marco Russo, Gaetano Caltabiano, Luciano Mirone, Marco Asero, Giovanni Prezzavento

“Tutto succede a mare, mentre si gioca in spiaggia”, spiega Giuseppe Prezzavento, uno dei giocatori più rappresentativi degli over 40. “Fra un palleggio e l’altro, Domenico prima  ne parla entusiasticamente con me e poi lo accenna alla moglie Annalisa, nel frattempo inseritasi nella femminile. A settembre ne riparliamo”.

Arriva settembre. “Si comincia in quattro – continua Giuseppe –  e poi in sei e poi in otto”. Inizia l’avventura, sempre con Claudia allenatrice (senza scopo di lucro). Dopo qualche mese di allenamenti e amichevoli, si fa il campionato misto. Arriva l’autunno e poi l’inverno, fuori piove e tira vento. Ma qui è sempre primavera.

Redazione