Caro Luciano, perdonami se intervengo cosi in fretta, pochi minuti dopo aver letto il tuo pezzo su Martoglio e Fava. Non ho conosciuto, e studiato, Martoglio quanto Fava; perciò non intervengo sulla tua tesi di forti analogie (che pur ci sono) fra i due Siciliani.

Una differenza però mi sento di sostenerla, non fra loro due, ma le loro scuole. Fava fu ripreso, da vivo e ancor più da morto, dal meglio della gioventù: intanto dai suoi “carusi”, che non tradirono, non si dispersero, ma cercarono di continuare per quanto potevano, il suo lavoro.

E certo non era possibile rifare la sua grandezza, la sua irripetibile scrittura; ma almeno la sua forza gentile, la sua visione del mondo, la sua nobiltà umana, queste cercarono di custodirle, di farsene almeno allievi se non imitatori; tuttora, decine di giovani, tre e quattro generazioni dopo di lui, si onorano di averlo a maestro e modello di vita e di pensiero.

E’ commovente, per i “carusi” – ormai anziani – di allora, parlare di lui coi ragazzi di ora; e anche, se permetti, leggere il tuo giornale ricordando, con un sorriso affettuoso, di quando anche tu cominciavi questo mestiere in una testata con scritto sotto “fondatore Giuseppe Fava”.

Martoglio non ebbe questa fortuna. Dette moltissimo, anche lui, alla Sicilia e all’Italia, negli anni del primo socialismo e delle speranze popolari, da cui la città di Catania era pure percorsa; ma gli amici suoi non sopravvissero, in quanto movimento civile, alla sua morte.

Forse, il primo fascismo fu più efficace bavaglio del potere mafioso di sessant’anni dopo; forse, la cultura “alta” – fortissima a Catania con Martoglio – si rivelò meno solida, quanto a durata civile, della felicità e del coraggio delle ragazze e dei ragazzi nostri; forse, la storia travolse gli uni e dette corrente agli altri; chi lo sa.

In ogni caso, la mia valutazione non riguarda – che sarebbe presuntuoso – le figure dei due grandi ma il contesto in cui essi mossero, il seguito che raccolsero e la spinta che complessivamente ne risultò. Meritevole e degna, in ogni caso, la tua rivisitazione e riscoperta, che a ben vedere è pure una delle vittorie e delle opere della scuola di Giuseppe Fava.

Nella foto: Andy Warhol, Flowers

Riccardo Orioles