Questo Ponte non s’ha da fare. Troppe criticità (come evidenziato anche di recente anche dalla trasmissione Report, della Rai, di Sigfrido Ranucci), e poi c’è un esposto consegnato in questi giorni alla Procura di Roma capeggiata da Francesco Lo Voi, che evidenzia una serie di presunte anomalie di cui i protagonisti della conferenza stampa “No Ponte” – la segretaria del Pd Elly Schlein, il portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli e il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni – , svoltasi questa mattina a Roma presso l’Hotel Senato in piazza della Rotonda al Pantheon, preferiscono non anticipare nulla.

In ogni caso, sull’argomento le notizie sono due: la sinistra sta marciando unita contro la realizzazione del “ponte più grande del mondo”, ma con l’assenza significativa del leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, definita “strana” dalla persona che, dopo mesi di “lavoro faticosissimo, specie se si pensa che non ho un ruolo istituzionale”, è riuscito a mettere insieme i partiti di opposizione, non solo a Messina, ma a Roma: l’ex sindaco di Messina, Renato Accorinti. “E’ a Roma – dice – che si gioca la partita più importante”.

L’ex sindaco di Messina, Renato Accorinti. Sopra: il plastico del progetto del Ponte  

Sulla defezione del M5S, Accorinti, da noi raggiunto telefonicamente, non si sbilancia più di tanto, anche se, come dice l’ex primo cittadino di Messina, “appare singolare che un movimento battutosi da sempre contro un’opera ritenuta ‘inutile, dannosa e costosissima’, nel momento in cui i partiti di opposizione (di cui i 5 Stelle fanno parte) promuovono un’azione comune, si defili in questo modo”.

Sull’esposto presentato ai magistrati romani, Accorinti non si sbilancia più di tanto, ma da quello che trapela, è proprio su questo documento che l’opposizione punta la sua attenzione “per fermare questa macchina infernale, la Società Stretto di Messina, piena di illegalità e di magagne”.

“Si tratta di un salto di qualità della protesta – continua l’ex sindaco di Messina –: dopo tanti cortei fatti nella città dello Stretto, finalmente possiamo portare il dissenso all’interno delle istituzioni romane. È il momento di raccontare agli italiani, con carte alla mano, perché quest’opera faraonica è pericolosa per tutti e non conveniente per nessuno. Fino ad alcuni anni fa, a Messina, erano tutti favorevoli al Ponte: poi siamo andati nelle scuole, nelle facoltà universitarie, nei mercati, in piazza per spiegare le contraddizioni contenute nel progetto”.

“I primi a partecipare – seguita Accorinti – sono stati i docenti universitari che studiano la materia e che non hanno interessi a condurre una battaglia del genere. Anzi, per dirla tutta, nessuno ha interessi a portare avanti questa lotta. Non ci sono ideologie da difendere né ragioni misteriose. Se l’opera è deleteria dal punto di vista strutturale, ambientale ed economico è giusto che venga detto. Sapete come è finita? Che i messinesi, malgrado l’opera tambureggiante di certa informazione, hanno capito e sono passati dalla nostra parte. Che sia Roma, adesso, a fare la sua parte”.

Luciano Mirone