“Dopo il crollo al cantiere di Firenze, noi di Cgil e Uil diciamo ancora: ‘Zero morti sul lavoro”! E continueremo a farlo come accade ormai da troppo tempo, finché non avremo vinto questa battaglia che per noi è la battaglia della vita”.

È un grido di denuncia quello di Cgil e UIL di Catania, che oggi si sono mobilitati organizzando un presidio unitario di fronte alla Prefettura insieme alle categorie dei metalmeccanici e degli edili, Fiom e Uilm, con Fillea e Feneal, che hanno scioperato per due ore nel capoluogo etneo come in tutta Italia.

“A ogni nuovo morto di lavoro qualcuno si sveglia in uno dei tanti Palazzi della politica e promette più ispettori, più controlli, più severità legislativa. Poi ritorna in letargo fino a una nuova tragedia nei cantieri, nei campi o nelle fabbriche di questo Paese”, commentano i segretari generali della Cgil e della Uil di Catania, Carmelo De Caudo ed Enza Meli.

“Sia chiaro a tutti – dicono -: chi non fa nulla di fronte a questa mattanza è complice di coloro che non meritano di essere chiamati imprenditori, e che sono ladri del presente e del futuro non solo per migliaia di lavoratrici e lavoratori, ma anche per le rispettive famiglie. Anche queste sono vittime del lavoro e nessuna presunta logica di mercato può giustificare le carte false e i silenzi criminali in materia di sicurezza, di applicazione di norme e contratti, di rispetto per la dignità e la sacralità della vita”.

“Noi di Cgil e Uil – affermano i sindacalisti – non facciamo e non faremo sconti a nessuno. Nessun taglio, nessun risparmio sarà tollerato, così come nessuna ipocrisia. Il Parlamento voti il reato specifico di omicidio sul lavoro e le associazioni imprenditoriali sostengano con noi questa richiesta. Perché si fa prevenzione anche con le sanzioni, dure e giuste”.

Nella foto: il presidio davanti alla Prefettura di Catania, organizzato da Cgil e Uil per chiedere maggiore sicurezza sul lavoro

Redazione