“La chiusura Gazzetta del Mezzogiorno (quotidiano con sede centrale a Bari, ma con sedi periferiche in diverse città del Sud, ndr.) è una grave perdita. Come sempre, a pagare sono i più deboli”. Lo sostiene Pino Giordano, Segretario Provinciale dell’Ugl Matera: “Quanto accaduto ha diverse cause – aggiunge Giordano -. Troppo semplicistico ridurle alla crisi che ha investito l’editoria in Italia e nel mondo. La verità è che la Edime (il gruppo che ha rilevato il giornale solo due anni fa acquistandolo dal tribunale fallimentare) avrebbe dovuto investire, ma si è limitato a gestire passivamente una situazione come se il settore dei giornali non fosse travolto dalle difficoltà”.

“L’azienda – spiega il sindacalista dell’Ugl – ha palesato, durante questi due anni, carenze conoscitive del comparto che si sono esplicitate nella totale assenza di marketing, in una distribuzione approssimativa del quotidiano sul territorio, nella mancata volontà di sviluppare l’informazione cross mediale intensificando l’attività sul web”.

“Smantellare le redazioni periferiche – puntualizza Giordano -, tra cui quella della Basilicata, significa per l’Ugl Matera sconfessare la storica mission del giornale stesso, quella di raccontare il territorio dal di dentro e non, come accadrà con l’accentramento a Bari, attraverso comunicati e lanci di agenzia”.

“Alla luce di tutto ciò – conclude il segretario provinciale dell’Ugl di Matera -, non vorremmo che l’intera operazione di acquisizione del giornale sia solo il frutto di un interesse immobiliare legato alla storica sede della Gazzetta, in viale Scipione l’Africano, a Bari. Edificio che si intende trasformare in un centro direzionale particolarmente appetibile per la sua posizione centrale. Un business  sulla pelle di 40 famiglie aggrappate ora alla Cassa integrazione a zero ore”.

Redazione