“Il presidente di Confindustria Catania, Angelo Di Martino, sottoposto ad estorsione dalla mafia, ha pagato il ‘pizzo’ per 20 anni e non ha mai denunciato. Dovrebbe dimettersi subito e, se non lo facesse, dovrebbe sfiduciarlo la sua organizzazione. Se ciò non avvenisse, la vergogna sarebbe infinita! Per lui e per gli altri associati”.

Ad affermarlo è l’avvocato catanese Enzo Guarnera, presidente dell’Associazione Antimafia e Legalità a proposito delle dichiarazioni dello stesso presidente di Confindustria Catania, secondo cui “le persone a cui corrisponde l’estorsione sono mafiosi e pertanto ha insistito di pagare per evitare ritorsioni e lavorare tranquilli”.

Si tratta delle sommarie informazioni con le quali Di Martino spiega alla polizia perché il fratello Filippo, suo socio in una grossa azienda di trasporti, “ha insistito di pagare” i soldi agli uomini ai vertici del clan Pillera.

“Questo è vent’anni che paga”, dicevano i mafiosi riferendosi a Filippo Di Martino prima di essere arrestati. Su questo il presidente di Confindustria non detto a LiveSicilia: “Io condanno le estorsioni: lo ribadisco ad ogni riunione e nessuno deve pagare. Su questo siamo impegnati con tutte le nostre forze”.

Ma il presidente di Antimafia e Legalità non ci sta: “Le dichiarazioni di Di Martino costituiscono un pessimo esempio per tutti gli imprenditori catanesi e non solo. Se un presidente di un’associazione prestigiosa come Confindustria paga il ‘pizzo’, dal punto di vista etico va considerato un sostenitore esterno. Una vittima denuncia, a maggior ragione se è un rappresentante dell’associazione degli Industriali. Invece Di Martino ai convegni dichiara che il pizzo non va pagato, ma intanto lo paga. Che si dimetta”. 

Nella foto: il presidente di Confindustria Catania, Angelo Di Martino

Luciano Mirone