“La notizia della Convenzione tra il comune di Catania e la Società di Costanzo per la messa in sicurezza di un immobile pubblico in via Caramba, nel quartiere di San Berillo, lascia non pochi dubbi se letta congiuntamente al piano delle dismissioni, trasmesso pochi giorni fa al Consiglio comunale”. I consiglieri comunali del M5S del capoluogo etneo, Graziano Bonaccorsi e Gianina Ciancio, denunciano una “svendita” di uno dei quartieri più antichi e popolari della città, negli anni Cinquanta sventrato dalle ruspe per far posto a corso Sicilia e a delle aree sulle quali da decenni gravano non pochi interessi.    

“All’interno dell’elenco degli immobili che il comune intende vendere – dicono Bonaccorsi e Ciancio – ce n’è uno proprio in via Caramba. Caso vuole che in entrami gli atti, lo schema di Convenzione proposto dal direttore Bisignani e il Piano delle alienazioni, non venga indicato il numero civico”.

“Verrebbe da pensare che sia lo stesso edificio – sottolineano i due consiglieri pentastellati -, e a quel punto il privato farebbe un grande affare. Se fosse messo in vendita, infatti, costui risparmierebbe sulle spese per il permesso di costruire, circa 178 mila Euro e usufruirebbe della progettazione esecutiva per le spese di ristrutturazione, a carico del Comune”.

“Eppure all’articolo 7 della convenzione – proseguono Bonaccorsi e Ciancio – il Direttore all’urbanistica specifica che il fine ultimo della convenzione è adibire l’immobile a uffici comunali. Mentre l’immobile del privato subirà interventi di demolizione e ricostruzione con variazione di sagoma e parziale cambio di destinazione d’uso (in pieno centro storico?). Per quale motivo, allora, inserire questo bene pubblico tra i beni alienabili?”.

“Ci auguriamo che si tratti di due immobili diversi – dicono i consiglieri del M5S Bonaccorsi e Ciancio -. Non essendo indicato il numero civico non possiamo dire con certezza che siano la stessa cosa, ma speriamo di essere smentiti e in ogni caso presenteremo formale accesso agli atti e interrogazione”.

“Il famoso ‘Urban Center’ evocato in più occasioni dall’amministrazione, infatti, potrebbe trovare la sua naturale collocazione lì, dato che l’immobile individuato a tale scopo sul Piano PNRR ad oggi sembrerebbe essere di un privato e quindi necessiterebbe di un esproprio”.

“L’ingegnere Bisignani – concludono i consiglieri – ha parlato in commissione di ‘piccoli germogli’ di riqualificazione. Noi temiamo invece che questa operazione si trasformi nell’ennesimo, amaro frutto della speculazione edilizia”.

Nella foto: uno scorcio del quartiere catanese di San Berillo (immagine tratta da Argo)

Redazione