Tra le sublimi pietre del cortile del castello Ursino di Catania, che trasudano d’arte e di storia antica, ho ritrovato, l’altra sera, la Sicilia vera, dura, antica e sempre moderna. La Sicilia carnale, passionale, irredimibile e indimenticabile. La Sicilia rosso sangue e vestita a nero, piena di dignità e di pudore, di violenza e di ingiustizie efferate e incontenibili. L’altra sera, dentro il maniero svevo di Catania, ho ritrovato tutt’intera la Sicilia di Rosa Balistreri.

Un momento dello spettacolo. Sopra: un primo piano della protagonista e regista Loredana Marino, che ha interpretato Rosa Balistreri (le foto di questo servizio sono di Dino Stornello)

L’occasione è stata lo spettacolo teatrale, “Rosa Balistreri. A memoria di una voce”, all’interno del cartellone “Catania Summer Fest 2023”, portato in scena dall’ormai collaudato e dirompente régisseur Pino Pesce. Uno spettacolo sulla cantautrice siciliana, raccontata in maniera nuova, rivoluzionaria, in chiave rock, con suggestioni visive e sonore suadenti e delicate, e con la dirompente voce di Rosa, interpretata dalla brava e coinvolgente attrice catanese Loredana Marino, la quale, diversi giorni prima dello spettacolo, impossibilitato l’autore, ne ha curato anche la regia.

Ci dice la protagonista: «La mia è una Rosa “rock” assolutamente nuova. Ho voluto, fortemente, dare un’impronta inedita e ringrazio il regista Pino Pesce che mi ha permesso di rivoluzionare la visione spesso tradizionale e di cliché che si ha di Rosa Balistreri. Ho voluto nuove sonorità, nuove forme nell’interpretazione, perché Rosa è, anzi deve essere contemporanea con un’anima antica piena di sogni. Lei è me, è tutte le donne che vivono inferni e riescono a trasformare il “terribile” in “meraviglioso”; è tutti gli uomini che soccombono, in una società oggi così faticosa ma riescono ad imporre la propria personalità, è ogni giovane che in questo nuovo spettacolo può trovare ispirazione per affermare se stesso nella propria unicità.  Rosa dolce, Rosa selvaggia, poco felice, infelice, disperata, lotta fino alla fine vincendo con la sua musica eterna.»

Un altro momento della performance

Altri valenti interpreti sono stati Carlo Festa (cantastorie), Luca Lisi (narratore proteiforme), e poi ancora Gabriele Vasta alla batteria, Alessandro Scaccianoce alla chitarra acustica e Claudio Ursino al basso. Attraverso la sanguigna interpretazione di Loredana Marino abbiamo rivissuto la vita, gli amori e le sofferenze di Rosa Balistreri, i suoi incontri con il poeta Ignazio Buttitta e con Ciccio Busacca, i suoi viaggi e i suoi successi.

Rosa è stata una cantautrice unica, irripetibile, impegnata, che faceva “comizi con la chitarra”, con un non comune timbro vocale tanto che, alla sua morte, “La Repubblica” scrisse: “Si è spenta la Voce!”. Una voce che, come disse la stessa artista, ha fatto “rumore” ed è stata apprezzata solo dopo la sua morte. Come quasi sempre succede ai veri artisti.

Loredana Marino, alias Rosa Balistreri, durante un monologo

Ma Rosa Balistreri incarna veramente la Sicilia più vera, più intima, più selvaggia. E le sue opere sono la “voce” e le poesie della nostra martoriata terra di Sicilia. Come martoriata è stata la vita di Rosa. Un numeroso e attento pubblico, quella sera densa d’emozione, con standing ovation ne ha decretato il meritato successo allo spettacolo e alle fatiche artistiche di tutte le.

«La vicenda», come per l’appunto chiarisce Pesce «è intrisa di molta sicilianità, raccontata, cantata e musicata (col supporto di una band)  con suspence ed intercalata da flash back sul vissuto della Cantatrice del Sud, come lo sbarco degli alleati nel luglio del 1943 e il momento di una suggestiva preghiera  corale durante una serata di lampi e tuoni.» Aggiunge ancora l’autore «Il musicalstory è un rivoluzionario lavoro multimediale  che vuole essere la voce della Sicilia, il canto arrabbiato della protesta che Rosa sperimentò tra il degrado e la violenza, tra i tradimenti e le sopraffazioni. E tutto codesto impasto la Licatese lo cuntava e cantava, lo cantava e lo raccontava con struggente passione e rabbiosa grinta che a volte sapeva trasformare in leggerezza.»

Angelo Battiato