I Carabinieri del Comando Provinciale di Catania hanno arrestato nell’ambito dell’operazione “Malerba”  Antonino PULVIRENTI (classe 1999) e Vito VITALE (classe 2001), che saranno chiamati a rispondere del reato di “produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope in concorso con gli altri indagati”.

I due erano risultati “assenti all’appello” durante il blitz della scorsa mattinata, quando oltre duecento militari del Comando Provinciale Carabinieri di Catania hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania, nei confronti di 41 soggetti indagati, con differenti profili di responsabilità, a vario titolo, per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti aggravata dal “metodo mafioso” e dalla finalità di agevolare l’attività delle associazioni mafiose, nonché per acquisto e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

Tuttavia la fitta rete di ricerche predisposta dai Carabinieri, supportata da una mirata e tempestiva attività investigativa, ha fatto terra bruciata attorno ai due soggetti, consentendo ai militari dell’Arma, in tempi brevissimi, di localizzarli all’estero.

È stato quindi possibile scoprire come al momento delle catture, Antonino PULVIRENTI si trovasse in Germania da alcune settimane, in cerca di un’occupazione, mentre Vito VITALE si era concesso una vacanza in un resort di Sharm El Sheik.

In tale ottica, chiaramente la trasferta all’estero non è riuscita a garantire ai due giovani  la possibilità di sfuggire alle maglie delle ricerche dei Carabinieri, ed infatti  PULVIRENTI sentendosi braccato si è presentato la scorsa in caserma mentre VITALE è stato accolto dai Carabinieri direttamente sulla pista di atterraggio dello scalo catanese di Fontanarossa, mentre scendeva da un volo proveniente dall’Egitto.

I due indagati non hanno opposto resistenza e sono stati posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria e tradotti presso il carcere di Bicocca: adesso dovranno rispondere di “produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope in concorso con gli altri indagati”.

I due, come detto, rientrano tra i 46 destinatari dell’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal GIP presso il Tribunale di Catania, su richiesta della Procura Distrettuale della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, inseriti nel contesto associativo criminale e di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, ricostruiti nell’operazione denominata “MALERBA”, che ha consentito di disarticolare i vari gruppi criminali che gestivano numerose “piazze di spaccio” di sostanze stupefacenti (cocaina e marijuana) nel popoloso quartiere di San Giovanni Galermo di Catania, le quali costituiscono la principale fonte di guadagno per la criminalità organizzata radicata sul territorio, e sono la causa del profondo degrado, che caratterizza l’agglomerato urbano e il contesto sociale di riferimento.

È stato accertato come Cosa nostra catanese, nonostante le continue operazioni di polizia sul territorio, sfruttando la peculiare morfologia dell’area, caratterizzata da complessi edilizi “chiusi” non facilmente permeabili dalle forze di polizia, come la nota via Capopassero, continui a controllare il territorio e ad imporre ai singoli sodalizi criminali regole, prezzo e quantitativo della droga da smerciare, creando un vero e proprio sistema di controllo del mercato.

Nella foto: i Carabinieri che hanno eseguito gli arresti nell’ambito della vasta operazione “Malerba” contro il traffico di droga a San Giovanni Galermo, periferia di Catania

Redazione