Un profondo dolore. Chiude la libreria Bonaccorso, parte della storia di Catania. Una notizia che testimonia il profondo degrado in cui sta sprofondando la città etnea.

Vi è una chiara sproporzione tra la popolazione cittadina e il numero di librerie disponibili che, in una situazione normale, andrebbero almeno decuplicate.

La storica libreria Bonaccorso di via Etnea, a Catania, quando era ancora aperta. Sopra: la libreria con le saracinesche chiuse 

Il rapporto tra Bonaccorso e l’Università è sempre stato intimo, ho ascoltato da Pandetta magnifici aneddoti su Santo Mazzarino, Carlo Muscetta, Giuseppe Giarrizzo e altri studiosi che hanno fatto la storia dell’Ateneo catanese.

Ricordo uno per uno i libri che vi ho comprato, a partire dalla prima edizione del “Quaderno a cancelli” di Carlo Levi per la tesi della mia prima laurea mentre, tra gli ultimi testi, vi sono alcune rare e preziose edizioni del “Girasole” di Angelo Scandurra e la raccolta di scritti di Giambattista Scidà. La chiusura della storica libreria, che è per altro concessionaria Olschki, lascia un vuoto a Catania.

Dario Stazzone