Giovedì 25 maggio 2023, Acireale (Catania) renderà omaggio ad una donna, Ginevra Bacciarello, artista talentuosa e bella trovata morta il 9 luglio 1913 (a soli 23 anni) in circostanze misteriose su cui mai nessun inquirente ha mai ritenuto di fare chiarezza. Ginevra visse soltanto un anno nella città barocca, eppure ha lasciato un segno indelebile, al punto che l’Amministrazione comunale – alle 18 di dopodomani – inaugurerà lo slargo antistante la Chiesa dell’Indirizzo, che verrà intitolato a lei. Saranno presenti il sindaco Stefano Alì e l’assessore agli Affari istituzionali Mario Di Prima. In questo articolo, la giornalista Mariella Di Mauro (impegnata da anni per ricordarne la figura) ne tratteggia la biografia.

Ginevra Bacciarello nel giorno del suo matrimonio (28 gennaio 1912). Sopra: la pittrice all’età di 21 anni

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Ginevra Bacciarello per gli abitanti di Acireale rappresenta l’arte, la libertà, l’amore, il mistero, la tristezza, la curiosità, la giovinezza tradita.  

Nacque il 26 marzo 1890 ad Ancona e morì il 9 luglio 1913 ad Acireale. L’intitolazione di un angolo liberty, slargo Ginevra Bacciarello, posto a fianco la chiesa dell’Indirizzo, la rappresenterà egregiamente dando spunto e possibilità di poterne parlare pubblicamente.

La vicenda biografica di Ginevra Bacciarello è stata ricostruita, qualche anno fa, da Vincenzo Costanzo e, dallo stesso, raccontata in un libro, del 1991, intitolato “Ginevra Bacciarello: una vita, una morte, un mistero”.

La Bacciarello nacque in una famiglia benestante e giovanissima si dedicò all’arte diplomandosi in Belle Arti a soli venti anni. Era una pittrice di grande talento: una promessa dell’arte italiana. A Roma conobbe un artista, Luciano Condorelli, giovane scultore  di Acireale, che aveva incontrato a scuola.

Il Condorelli cominciò a farle una corte serrata e di lì a poco lei lo sposò con rito civile: era il 28 gennaio del 1912. Il giorno dopo partirono per andare a vivere nel paese di lui: Acireale. Ma la vita, sin da subito, in un piccolo centro, non fu facile, gli sposi ebbero forti contrasti, anche per l’intrusione della madre di lui, vivevano separati, lei in un’angusta stanzetta, lui dalla madre.

Dopo qualche mese, però, andarono ad abitare in via Currò. La coppia, che viveva un’intensa vita sociale e da artisti, fu mal sopportata da un ambiente che relegava le donne solamente agli affari domestici. Ginevra, invece, cresciuta a Roma, mal sopportava le abitudini patriarcali tipiche della Sicilia.

Soffrì moltissimo questo scontro con la realtà soffocante di un’Acireale, dove però si vivevano dei fermenti artistici notevoli: Giuseppe Sciuti era morto da poco, c’era Saru Spina, Sebastiano Politi, Francesco Mancini, Michele La Spina.

La foto intera di Ginevra Bacciarello all’età di ventun anni 

In questo contesto Ginevra riuscì a immergersi: insieme al marito e al cognato fondò un circolo artistico in via Marzulli intitolato a Vincenzo Bellini. Non bastò: in quei primi anni del Novecento la città era troppo chiusa, bigotta. Il dramma di dover vivere in una città che non sentiva sua, si aggravò anche per le frequenti infedeltà del marito.

Il 9 luglio 1913 Ginevra Bacciarello fu trovata esanime nella casa di via Currò, morta con un colpo di pistola al cuore. Il corpo era composto e avvolto in un lungo vestito bianco e chiuso fino al collo, come abitualmente usava coprirsi, con delle spille di sicurezza e ricoperto di fiori.

Nessuno, né il marito, né il padre si preoccuparono di fare aprire delle indagini sulla morte. Nessuno ha mai saputo se fu suicidio o omicidio: tutto da allora è rimasto nel mistero. Di lei rimane una vita da artista spezzata, che pagò a caro prezzo la propria voglia di libertà.

Anche se apparentemente con la morte cala il silenzio su un’esistenza, così non è stato per Ginevra. In questo ha certamente contribuito anche la tomba che il marito stesso scolpì. Una tomba che non passa inosservata: chiunque la veda, si ferma e non può non rimanere per qualche minuto in stupefatto silenzio.

Mariella Di Mauro