L’Istituto comprensivo ‘Macherione’ di Calatabiano (Catania) ha ora un’aula e un orto didattico, che sono stati intitolati al piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso dalla mafia, e a tutti i giovani vittime della violenza mafiosa.

Il piccolo Giuseppe Di Matteo (figlio del boss pentito Giuseppe Di Matteo), ucciso per una vendetta mafiosa nei confronti del padre. Sopra: un momento della toccante manifestazione (foto Ida Bonfiglio)

Grazie all’intervento, la scuola avrà un nuovo ambiente all’aperto completamente rinnovato e messo in sicurezza, nel quale i bambini della primaria e i ragazzi della secondaria di primo grado sperimenteranno anche le energie rinnovabili, oltre a poter curare uno spazio verde e un orto didattico.

Un’opera realizzata dagli studenti della scuola, dedicata al piccolo Di Matteo (foto Ida Bonfiglio)

La cerimonia, svolta alla presenza, tra gli altri, del Prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi, si inserisce nel percorso di legalità che la Commissione straordinaria che amministra il Comune dall’ottobre del 2021 a seguito dello scioglimento per infiltrazioni mafiose – composta da Alfonsa Caliò, Cosimo Gambadauro e Pasquale Crupi – ha avviato insieme alla dirigente scolastica, Antonella Rapisarda e dedicato ai giovani studenti del comune jonico.

Un altro momento della manifestazione (foto Ida Bonfiglio)

La manifestazione si è conclusa con la scopertura da parte del Prefetto e della coordinatrice della Commissione Straordinaria di una targa e di una sagoma dedicata proprio al piccolo Di Matteo.

“La realizzazione di uno spazio intitolato al piccolo Di Matteo all’interno di una scuola, luogo deputato alla crescita e alla formazione dei più giovani, – ha detto Librizzi – testimonia come la mafia non ha vinto e che il sacrificio dei bambini e dei ragazzi che oggi ricordiamo non è stato vano”.

“Oggi – ha concluso il Prefetto, che ha anche ringraziato la Commissione Straordinaria per il proficuo lavoro svolto a beneficio della comunità di Calatabiano – piantiamo i semi della speranza che diventeranno alberi all’ombra dei quali ripararsi dalla violenza e dalla tracotanza mafiosa”.

Ansa