“Terremoti d’Italia. Il rischio sismico tra conoscenza, memoria e esperienza”, è il titolo della mostra allestita alla Villa Bellini di Catania visitabile fino al 7 aprile. E’ stata realizzata dalla Presidenza del Consiglio (dipartimento Protezione Civile), con il contributo della Regione Siciliana, del Dipartimento regionale della Protezione Civile, del Comune di Catania e dell’Associazione LARES Italia.

Obiettivo dell’esposizione è quello di far conoscere da vicino uno dei rischi naturali che più interessa il nostro Paese in termini di diffusione: il rischio sismico. Nel secolo scorso in Italia si sono verificati oltre 60 terremoti che hanno provocato sciagure a non finire. Venti di questi hanno avuto effetti distruttivi tali da causare la morte di 120 mila persone, oltre che la devastazione di interi centri urbani e la paralisi delle attività produttive nelle aree colpite.

La struttura approntata alla Villa Bellini di Catania dove è stata allestita la mostra sui terremoti d’Italia nel secolo scorso. Sopra: il terremoto che nel 1908 devastò Messina causando 90mila morti   

Ricordiamo il sisma di Messina del 1908, quello di Avezzano del 1915, del Belice 1968, del Friuli 1976, Irpinia 1980, dell’Aquila 2009, quella dell’Italia Centrale 2016. Oggi sappiamo che quasi la metà del nostro Paese è soggetta ad elevata pericolosità sismica e che questa vasta porzione di territorio vive il 40% della popolazione.

Paola Mangano, funzionario del Dipartimento Regionale della Protezione Civile: “Lo scopo della mostra è la conoscenza finalizzata alla salvaguardia della vita e delle nostre città”.

Elio Ursini, geologo presso l’Università dell’Aquila, appartenente all’Unione laureati esperti in Protezione Civile e comunicatore scientifico della mostra, ha evidenziato che “la finalità dell’esposizione è quella di dare ai cittadini informazioni sulle buone pratiche di protezione civile e come comportarsi al verificarsi di un evento sismico”.

Nella tensostruttura – aggiunge – sono stati allestiti due simulatori: il primo riguarda la cittadella sismica, ossia una tavola vibrante che mostra il diverso comportamento di un edificio in cemento armato rispetto ad un edificio con lo stesso materiale ma con isolatori sismici; la seconda cosa è la stanza sismica, che permette alle persone di vivere in sicurezza l’esperienza di un terremoto.

Il sisma simulato è di magnitudo 6.3 della scala Richter, pari a quello che colpì la città dell’Aquila il 6 aprile 2009. Le simulazioni sono tre: la prima a livello strada; la seconda al quinto piano di un edificio costruito in cemento armato; la terza al quinto piano di un edificio costruito in cemento armato con isolatori sismici. Ciò permette a chi sale nel simulatore di percepire la differenza dell’accelerazione a seconda del luogo o delle diverse tipologie di edifici in cui si trova.

“La consapevolezza dei rischi che ci circondano – dice Ursini – e la conoscenza dei giusti comportamenti da attuare, prima, durante e dopo una situazione di criticità, ci permettono di salvaguardare la nostra vita e quella dei nostri cari”.

Giuseppe Russo