“Il Tar conferma l’illegittimità dell’autorizzazione di accesso al demanio forestale con mezzi a motore concessa dall’Ente Parco dell’Etna, e la Libera associazione guide ambientali escursionistiche professioniste (Lagap) esprime soddisfazione per la sentenza”.

L’Associazione fa riferimento all’autorizzazione rilasciata nel 2021 dal presidente dell’ente, Carlo Caputo, nei confronti dei Comuni di Bronte e Maletto per svolgere attività turistica motorizzata nelle zone A e B del Parco dell’Etna. Il provvedimento aveva suscitato le reazioni indignate del mondo ambientalista che si era opposto al provvedimento anche attraverso un ricorso al Tribunale amministrativo di Catania.

“Il Tribunale – prosegue il comunicato -, pur prendendo atto del ritiro in autotutela del provvedimento con cui veniva autorizzato un nuovo servizio di tipo turistico con mezzi motorizzati all’interno dell’area protetta dell’Ente Parco dell’Etna, ha ritenuto di censurare l’operato del Parco per avere emanato un atto definito ‘evidentemente illegittimo”.

“L’Ente Parco – spiega Lagap – è stato condannato al pagamento delle spese processuali perché il
provvedimento del 2021 volto ad autorizzare i Comuni di Bronte e Maletto a organizzare servizi turistici
nel demanio forestale di Etna ovest era in contrasto con le normative che ‘escludono chiaramente
l’utilizzo di mezzi motorizzati, ad eccezione di mezzi di servizio, nelle aree A e B diverse dalle zone
sommitali del vulcano”.

Le associazioni ricorrenti sono state LAGAP, Assoguide, CAI Sicilia, Ente Fauna Siciliana,
Federescursionismo Sicilia, LIPU, WWF Sicilia Orientale.

Il ricorso al TAR per conto delle associazioni è stato presentato dall’avvocato Alessandro Arcifa, che lo ha depositato a novembre del 2021.

La Lagap – precisa il documento – è un’associazione nazionale di categoria esistente dal 2015 che rappresenta e tutela le Guide Ambientali Escursionistiche. LAGAP è, innanzitutto, un sindacato, che si pone come obiettivo primario la ricerca di giuste condizioni lavorative per i suoi associati, basandosi su tre principi cardine: trasparenza, professionismo e professionalità. La sua presenza nel territorio poggia sulla glocalità, cioè apertura ad una prospettiva nazionale mantenendo l’amore per il locale”.

“Non si tratta quindi – aggiunge la nota – di un’associazione ambientalista ma, in casi come questo, può partecipare a battaglie di interesse ambientale, specie se a venir leso è l’interesse professionale delle guide che essa rappresenta, a causa di azioni che compromettono la fruibilità escursionistica di determinati ambienti naturali”.

LAGAP è iscritta al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex MiSE) e, ad oggi, conta circa 600 associati su tutto il territorio italiano. 

Nella foto: la zona di Piano dei grilli sull’Etna, dove il Parco aveva autorizzato l’ingresso dei mezzi a motore  

Redazione