Ad appena 17 anni rifiutò il “matrimonio riparatore” con il figlio del boss di Alcamo (Trapani) che l’aveva fatta rapire. E oggi, dopo molti decenni, a Franca Viola viene assegnato il Premio Mimosa d’acciaio 2023 dal Comitato nazionale dei diritti umani (Cnndu) “per la sua straordinaria forza morale che ancora riecheggia nella nostra memoria storica; per il grande coraggio racchiuso nel suo giovane cuore; per aver spezzato alcune dinamiche imperanti del peggior patriarcato; per aver contribuito con il suo esempio all’abrogazione del matrimonio riparatore, per il suo NO che ha riscattato contemporaneamente la donna e la società civile”.

Giunto alla III edizione, il Premio è finalizzato anche a “portare nella scuola italiana 5 donne che meritano attenzione e gratitudine perché sono un esempio per la società civile”.

Oltre a Franca Viola, le mimose saranno idealmente donate a Giovanna Botteri, Samantha Cristoforetti, Eleonora Abbagnato e Bebe Vio, attraverso i colleghi docenti, alle studentesse e agli studenti di ogni ordine e grado, “affinché la forza, l’intelligenza, il talento, il coraggio, la determinazione e la storia di ognuna di queste straordinarie donne possa essere esempio e guida per le giovani generazioni”.

“Io non sono proprietà di nessuno” affermò nel 1965 la diciassettenne siciliana Franca Viola, che rifiutò il matrimonio riparatore, previsto all’epoca dalla legislazione italiana, con l’ex fidanzato il quale l’aveva rapita e violentata per otto giorni. Quel NO della piccola ragazza di Alcamo contribuì certamente al cambiamento della condizione femminile in Italia.

Ma poi ci sono le altre donne, simbolo del coraggio e dell’emancipazione: Giovanna Botteri, giornalista italiana ed ex direttore della sede RAI Friuli Venezia Giulia, che negli ultimi anni “ci ha aiutato a riflettere per scardinare modelli stupidi, anacronistici che non hanno più ragione di esistere” e per “discutere e far discutere su cose importanti per noi e soprattutto per le generazioni future di donne”.

Samantha Cristoforetti, prima donna comandante della Stazione Spaziale Internazionale, divulgatrice scientifica e ambasciatrice Unicef, ci dimostra che le donne possono accorciare il gender gap molto marcato in ambito scientifico ed eccellere sul pianeta Terra e anche nello spazio.

Eleonora Abbagnato, ex ètoile dell’Opera di Parigi, una delle ballerine più brave al mondo, oltre a tenere alto il nome dell’Italia nella danza classica ci consente di tenere vivo il focus sull’urgenza di una maggiore presenza femminile nel  mondo della danza, nel quale la direzione dei teatri e le coreografie degli spettacoli sono affidate quasi esclusivamente agli uomini.

Bebe Vio, campionessa italiana di scherma, simbolo di coraggio per il mondo intero perché ha insegnato a tutti che si può tirare di scherma anche in carrozzina, senza gambe e avanbracci, basta volerlo fortemente.

Il CNDDU, per la Giornata Mondiale della Donna, esprime stima, gratitudine, ammirazione e solidarietà per le nostre cinque straordinarie Mimose d’Acciaio che hanno contribuito all’emancipazione femminile dell’Italia e che con il loro vissuto ispirano e sostengono tanti giovani donne. 

“La Giornata Mondiale della Donna – afferma il Comitato – si trasformerà realmente in una festa solo quando le donne non saranno più oggetto di abusi, discriminazioni e subordinazione, solo quando scompariranno tutti i tipi di prevaricazione. Il senso dell’8 marzo è anche e soprattutto conoscere storie di donne che hanno contribuito all’emancipazione femminile, hanno cambiato la rotta della società e sono per tale motivo dei fari di speranza e punti di riferimento per molte donne”.

L’Hashtag per la Giornata Mondiale delle Donne 2023 è #MIMOSEDACCIAIO2023.

Nella foto: Franca Viola dopo il rifiuto del matrimonio riparatore con il figlio del boss

Redazione