Destra, Centro e Sinistra sono veramente tre scatole vuote prive di radici e significati? E vero che si può stazionare da una parte per poi scivolare nell’altra rimanendo coerenti? E che cosa è la coerenza? Somiglia forse a quel fenomeno riassumibile nella formula “del mondo che cambia attorno a noi che rimaniamo fermi?”

Il balzo è più facile ovviamente per chi si colloca al Centro: basta un sospiro del nuovo vento per compiere il volo. Dalla Destra alla Sinistra e viceversa la conversione presenta maggiori difficoltà. A meno che non sia la Sinistra a camuffarsi da Destra o la Destra a far proprie politiche progressiste.

Una volta le ideologie tenevano banco e orientavano la rotta e le appartenenze. Oggi sono spesso simpatie e convenienze a determinare le scelte che, pertanto, hanno tutte le caratteristiche della precarietà.

I partiti sono in crisi e si trasformano. Nascono e scompaiono con il cambiare del vento. I movimenti e le liste civiche proliferano, ma muoiono con la stessa rapidità. I programmi elettorali sono colmi di istanze demagogiche e promesse paternalistiche.

Ma rimangono i poli in cui ci si colloca senza sapere bene a volte il perché. D’altronde, avviene sempre più spesso che i programmi elettorali dei conservatori siano portatori di politiche riformiste, mentre quelli dei progressisti si arroccano nella difesa di equilibri e sistemi obsoleti.

Avviene così che una forza politica di Destra può dichiarare di volere modificare il welfare, perché insostenibile, e finisce poi col difenderlo. Per esempio i Cinque Stelle, collocati in un primo momento a Destra, hanno introdotto il reddito di cittadinanza, governando il Paese con la con la Lega.

Il Pd, invece, si dimostra incapace di promuovere reali politiche in difesa delle fasce più deboli della popolazione, non si batte per la riduzione delle tasse e per migliorare realmente il welfare, la parità di genere, la regolamentazione dell’immigrazione. In ciò sta forse la ragione vera del venir meno del consenso nell’ultima tornata elettorale.

Si assiste anche a un’invasione di campo da parte del nuovo Governo di Centro-Destra con la difesa dell’aumento delle pensioni minime, tanto per dirne una. Questo tuttavia non ha impedito a F.d.I., Lega e F.I. di introdurre la flat tax, che favorisce tutte le partite Iva individuali, cioè tutte le persone fisiche titolari di un’impresa di un’arte e/o professione, a discapito dei contribuenti a reddito fisso e dei pensionati.

Destra, Centro e Sinistra non sono quindi scatole vuote. Le decisioni della stretta sul reddito di cittadinanza e quella di introdurre la sperequazione fiscale con la flat tax sono palesemente politiche di Destra, perché favoriscono fasce agiate della popolazione.

Come lo è anche l’altra di limitare con tutti i mezzi gli sbarchi di immigranti sulle nostre coste, perché non facilita l’accoglienza e l’inclusione di chi è costretto a fuggire dal proprio paese per motivi socio-politici. In ciò certamente le forze che sostengono l’attuale Governo mostrano coerenza con le radici e i programmi elettorali.

C’è da augurarsi che la stessa coerenza emerga anche a Sinistra con la rivisitazione del progetto di governo, un nuovo programma elettorale e una costruttiva opposizione a tutela delle fasce sociali più fragili.

Nino Pulvirenti