Il Consiglio comunale di Bronte era fra quelli che più di tutti aveva recepito le direttive sulla parità di genere. Ben 6 le candidate che, avendo ottenuto il consenso popolare, erano state elette. Oggi la componente femminile si è ridotta notevolmente. A causa di una serie ripetuta di dimissioni, per vari motivi, su 16 consiglieri, a rappresentare la “quota rosa” è rimasta soltanto Samanta Longhitano.

 

“Ed è un peccato. – afferma – Il ruolo politico della donna non può limitarsi a quello di elettrice. Sono convinta, infatti, che essere elette ci dia la possibilità di migliorare le cose, oltre che noi stesse”. Laureata in Direzione aziendale la dottoressa Longhitano nella vita è un Consulente finanziario, assicurativo e previdenziale, ma da tempo ha la passione per la politica.

Sono già due i suoi mandati consiliari, essendo stata eletta anche nel 2015, risultando in entrambe le consultazioni elettorali la prima degli eletti della sua lista.

“Essendo rimasta l’unica donna – continua – sento ancora più forte la responsabilità del mio ruolo, visto che la presenza femminile non è solo una questione di rispetto della parità di genere ma è, soprattutto, un apporto di sensibilità e combattività che solo noi donne possiamo dare. Eravamo partite in 6 e mi dispiace essere rimasta da sola, – conclude – ma proverò a fare per sei tra i banchi del Consiglio”.

Per il consigliere Longhitano però è importante che si continui a lavorare affinché le donne in politica, come in qualsiasi posto di vertice, possano continuare ad esprimersi.

“Prima di tutto il nostro impegno non deve mancare. – spiega – Dobbiamo essere elette perché brave, non certo solo perché donne. Parallelamente è necessario continuare a combattere affinché si riducano sempre di più le molteplici dimensioni della discriminazione verso le donne che coinvolgono ancora la partecipazione alla vita politica e istituzionale”.

“Non a caso – prosegue Longhitano – il precedente governo nazionale ha annunciato nel Pnrr l’adozione di una ‘Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026’, definendo un sistema di azioni concrete su cui poi il Ministero delle pari opportunità ha coinvolto amministrazioni centrali, Regioni ed Enti territoriali”.

A Bronte – ribadisce – sono tante le donne impegnate nella società. Donne brave e caparbie che riescono ad imporsi. Solo per una serie inimmaginabile di circostanze in Consiglio sono rimasta soltanto io. In futuro – conclude – speriamo di poter essere sempre di più anche fra i banchi dell’Assemblea cittadina e magari, chissà, pareggiare il numero degli uomini”.

Redazione