“Malgrado le donne siano un valore aggiunto e imprescindibile nell’Arma dei Carabinieri, ad oggi nessuna di loro figura all’interno dell’organismo della rappresentanza della Legione Sicilia, cioè nel COBAR, né nel Consiglio Centrale di Rappresentanza, il COCER, ovvero l’organo più alto di rappresentanza militare dell’Arma che attualmente è l’unico ad essere autorizzato a esercitare il proprio mandato”.

Lo affermano Toni Megna e Igor Tullio, rispettivamente segretario generale e regionale per la Sicilia del Nuovo Sindacato Carabinieri, associazione professionale a carattere sindacale che, in ottemperanza alla legge 46 del 2022, “ha intrapreso – come recita la nota – un processo di modernizzazione dell’Arma”.

“Un percorso – secondo la sigla sindacale – cui stanno contribuendo molte donne, inserite in tutti i livelli organizzativi e di impiego dell’Arma dei Carabinieri, dove hanno fatto ingresso per la prima volta più di venti anni fa: stazioni e compagnie per il controllo del territorio, uffici a livello centrale e periferico per il coordinamento delle funzioni militari, autoradio e pattuglie per l’attività perlustrativa, missioni in teatro operativo per il mantenimento della pace all’estero, strutture sanitarie per la tutela della salute, del benessere e dell’efficienza fisica dei militari, reparti investigativi per il controllo della criminalità organizzata, reti antiviolenza a sostegno delle donne vittime di maltrattamenti”.

“Siamo in attesa dei decreti attuativi per le associazioni professionali a carattere sindacale – affermano i segretari – che ci consentano, in qualità di rappresentanti sindacali, di esercitare pienamente il nostro mandato e aspettiamo la naturale conseguenza dell’abrogazione delle attuali disposizioni legislative e regolamentari che disciplinano gli istituti della rappresentanza militare, un organismo quest’ultimo, che ringraziamo per il lavoro ad oggi svolto e verso il quale, di certo, non si è ostili, ma che ormai riteniamo anacronistico”.

Come stabilito dal Parlamento italiano, le associazioni professionali a carattere sindacale sostituiranno l’istituto della rappresentanza militare, che allo stato attuale è l’unico organismo autorizzato a relazionarsi pienamente con l’amministrazione.

Le istanze espresse da NSC Sicilia ruotano attorno al tema delle pari opportunità, declinate all’interno dell’amministrazione militare e, più in generale, dell’intero Paese.

“Le donne dell’Arma, malgrado il loro valore, la dedizione, la preparazione e l’impegno – affermano Toni Megna e Igor Tullio – non trovano ad oggi una giusta rappresentanza che dia voce ai loro bisogni, alle loro esigenze e aspettative: ciò frena, ovviamente, la piena e concreta realizzazione delle pari opportunità”. 

Il sindacato “si augura che l’Arma sia coinvolta nel processo di modernizzazione in atto in Italia, dove una donna ricopre il  ruolo di presidente del Consiglio dei Ministri, ma non solo”.

Redazione