“Si accelera sul Ponte sullo Stretto nell’ultima bozza della manovra con la prevista riattivazione della società Ponte Stretto Spa e la possibilità di Rfi e Anas di aumento di capitale fino a 50 milioni complessivi per la partecipazione alla società” (Ansa).

La destra italiana ha un’insopprimibile voglia di Ponte. Ogni volta che va al potere evoca questa parola magica. Prima Berlusconi con la storiella del fidanzato di Messina che, grazie al Ponte, andrà a trovare in cinque minuti la fidanzata a Reggio Calabria, adesso Salvini meno “creativo” del Maestro, ma sicuramente più arrogante e convinto.  

Malgrado le frane e le alluvioni che si verificano con cadenza ciclica nell’una e nell’altra sponda, la vulnerabilità del territorio, il terremoto e il maremoto che nel 1908 rasero al suolo Messina e Reggio Calabria (rispettivamente 90 mila morti su 140 mila abitanti, e 15 mila su 45 mila), i problemi che avranno i villaggi ubicati a ridosso del previsto Ponte, la mafia che ha messo gli occhi (e le mani) sui terreni interessati, la coalizione guidata da Giorgia Meloni non vede l’ora di collegare “il corridoio Palermo-Berlino”.

“Il corridoio”. Peccato che una parte di esso (cioè quello che attraversa l’interno della Sicilia) è pieno di buche, deviazioni, avvallamenti, smottamenti, interruzioni e tanto altro. Ma non importa.  

Gli scienziati più accreditati sconsigliano l’opera, ma Salvini insiste: “E io la faccio lo stesso”, senza curarsi di spiegare “come” intende mettere in sicurezza il territorio, “come” intende difendere il Ponte dagli tsunami (sempre i tanto vituperati esperti parlano di fenomeni ripetibili ciclicamente), “come” intende fronteggiare l’assalto di ‘Ndrangheta e Cosa Nostra (che certamente alle ultime elezioni nazionali regionali e palermitane non è stata a guardare) all’opera più colossale degli ultimi secoli.

Nel momento di maggiore crisi economica, in cui i tagli del bilancio statale avranno non poche ripercussioni sulle classi meno abbienti, in cui l’ennesimo disastro ambientale si abbatte sul nostro Paese (a Ischia in questo momento si piangono morti e dispersi), apprendiamo che questa maggioranza è sempre più determinata a mettere la prima pietra. Non sappiamo se questo succederà, ma intanto chi deve intendere intenda. Il messaggio è stato lanciato.

Nella foto: il grafico del Ponte sullo Stretto di cui si parla da secoli

Luciano Mirone