Lo avevamo detto: Cateno De Luca darà sorprese. Gli exit poll lo confermano. Mentre in Sicilia è in corso lo spoglio delle elezioni regionali, il movimento dell’ex sindaco di Messina diventa seconda forza in Sicilia (dopo il centrodestra) e surclassa Pd e M5S, che, spaccati, vengono esclusi da un’ipotesi di governo della Regione.

Adesso Cateno si appresta a sbarcare a Palazzo dei Normanni con una nutritissima pattuglia di deputati che faranno opposizione, ma con una prospettiva di governo che potrebbe rappresentare il futuro.

Chi considerava De Luca come un fenomeno folcloristico per le sue incredibili provocazioni è stato smentito. Dietro a quegli atteggiamenti spacconi c’era la strategia di un politico di razza che aveva il fine di attirare l’attenzione su di sé. E c’è riuscito, considerati i dati (seppure provvisori) di queste prime ore.

De Luca ha capito l’efficacia dei Social e si è catapultato in una “sfida al sistema” che – almeno in Sicilia – lo ha reso popolare perfino fra i bambini. Ma al tempo stesso ha smentito gli scettici, quelli che di fronte a fenomeni politici come questi sono soliti dire: “Facile cavalcare la protesta, governare è un’altra cosa”. Cateno ha zittito anche questi, amministrando “bene” (secondo molti) una città difficile come Messina e portando parecchie persone – anche autorevoli, sia di destra che di sinistra – a votare per lui.  

Piaccia o no, Cateno continuerà a far parlare di sé. Piaccia o no, è un politico che si è fatto da solo, con una gavetta che nei primi anni della sua carriera politica lo vede sindaco di Fiumedenisi, un borgo in collina a pochi chilometri da Taormina, in provincia di Messina. Poi scende verso il mare e diventa primo cittadino di un paese della costa jonica: Santa Teresa Riva, dove – secondo molti abitanti – svolge un ottimo lavoro, ottenendo la bandiera blu per il suo bellissimo mare e puntando molto sul turismo e sull’economia.

Quindi punta su Messina. Sfida i poteri forti, sconvolge i pronostici e diventa sindaco. Gli bastano pochi anni per andare “oltre” il capoluogo peloritano. Ogni giorni si piazza davanti alla telecamerina del cellulare ed esterna il suo pensiero, il suo stato l’animo.

“Buca” lo schermo e fa parlare di sé, soprattutto nel periodo del lockdown, quando la sfida “De Luca contro tutti” varca lo Stretto e diventa virale: mettendosi dalla parte del cittadino, rompe il protocollo e attacca il presidente del Consiglio, il ministro dell’Interno e le autorità della sua città. I Social impazziscono, migliaia i like.

Una “campagna politica” martellante ed efficace, ma anche stancante. Cateno torna nel suo “buen retiro” di Fiumedenisi a riflettere sul futuro. Passa poco tempo e decide di lanciare le sue liste alle elezioni regionali e perfino nazionali. Raccoglie un sacco di gente. Gente che non ha mai fatto politica, ma anche personaggi autorevoli in rotta coi loro partiti: uno degli esempi più clamorosi è rappresentato da Angelo Villari, segretario provinciale del Pd di Catania, fatto fuori dal suo stesso partito – dopo essere stato un “sicuro” candidato alle regionali – alla vigilia della presentazione delle liste. Nel giro di poche ore, l’ex leader della Cgil catanese passa armi e bagagli con De Luca e lancia fuoco e fiamme nei confronti del suo ex partito.

Cateno si presenta con uno slogan: “Cambiamo tutto”. Il resto sarà storia delle prossime ore. Ma anche dei prossimi anni.

Nella foto: Cateno De Luca, ex sindaco di Messina

Luciano Mirone