Barbara Mirabella, candidata alle Regionali in Sicilia per FdI, ed ex assessore comunale alla Cultura nella giunta di Salvo Pogliese, è stata arrestata per corruzione dalla squadra mobile di Catania.

Il Gip ha disposto per lei i domiciliari e la sospensione dall’attività per un anno per altri due indagati: l’ex rettore Francesco Basile dal ruolo di direttore dell’Uoc della Clinica Chirurgica del Policlinico, e l’imprenditore Giovanni Trovato, dall’esercitare la sua attività nel settore delle forniture ospedaliere.

L’inchiesta è stata coordinata dalla Procura di Catania e riguarda due filoni di indagini avviate sul professore Basile (Ansa). 

LA POSIZIONE DEL PD. “Come avvenuto già alle scorse amministrative di Palermo dove esponenti del centrodestra sono stati arrestati a pochi giorni dal voto, oggi una misura cautelare è stata spiccata a Catania a carico di una candidata alle regionali del centrodestra. Il metodo di costruzione delle liste e di gestione del consenso da parte del Centrodestra è purtroppo sempre lo stesso, lo abbiamo contestato più volte e i fatti stanno lì a dimostrarlo. Per questo rivolgo ancora una volta un plauso ai magistrati e alle forze dell’ordine”.

Questa la nota inviata alla stampa dal segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo a proposito del provvedimento emesso dal gip di Catania nei confronti di una ex assessora della giunta comunale guidata da Salvo Pogliese.

LA POSIZIONE DEL M5S. “Premetto, tutti sono innocenti fino al terzo grado di giudizio, ma è certo che l’arresto della candidata all’Ars del partito di Giorgia Meloni, Barbara Mirabella, ex assessora al Comune di Catania, non rappresenta certo il miglior viatico per le prossime elezioni regionali che già vedono in corsa per la presidenza un candidato sotto processo nell’ambito del processo Montante”. Lo afferma Nuccio Di Paola, candidato M5S alla presidenza della Regione.

“’Se le accuse alla candidata di Fratelli d’Italia – continua Di Paola – dovessero essere confermate, ci troveremmo di fronte ad un odioso reato, quello della corruzione, contro il quale il Movimento 5 stelle si è concretamente e reiteratamente battuto fino ad arrivare all’approvazione della cosiddetta SpazzacorrotTi, che dal gennaio 2019 è legge dello Stato”.

“L’arresto della candidata di FdI all’Ars – conclude Di Paola – non è certo uno spot per convincere gli indecisi a correre alle urne, tutt’altro. E questo, in un periodo in cui l’astensionismo è da tempo il partito di maggioranza assoluta, non è ceto un bene per la democrazia”.

Redazione