Dopo oltre un anno di richieste, di sollecitazioni, di perorazioni anche pubbliche, finalmente giovedì 29 settembre 2022, alle 18, si svolgerà nell’Aula consiliare del municipio di Belpasso(Catania) la seduta di Consiglio comunale “aperta” al contributo dei cittadini sul Piano regolatore scaduto da quasi vent’anni.

A volere il confronto con Giunta e Consiglio, il Comitato civico “La Belpasso che vogliamo”, formato da un gruppo di persone (Vito Sapienza, Antonino Recupero, Gianni Russo, Antonino Girgenti, Maristella Longhitano, Lorenzo Piana, Antonino Pulvirenti, Michelangelo Longo, Vito Caruso e Luciano Mirone), che ritiene di primaria importanza la redazione di un nuovo strumento urbanistico per la programmazione della città del futuro.

“Belpasso – dicono i promotori – sta subendo una preoccupante involuzione in tanti settori della vita pubblica: basti pensare allo svuotamento del centro storico (con cartelli di “si vende” in molti edifici), al depauperamento di diversi edifici, alla demolizione di tantissimi manufatti antichi (anche di pregio), all’impoverimento di molte attività commerciali, all’abnorme cementificazione abusiva delle frazioni e alla mancanza di verde e di spazi per i giovani, per comprendere che non c’è più tempo da perdere”.

Diversi i sindaci succedutisi in questo ventennio ai quali è stato rivolto questo grido d’allarme: dall’ex deputato regionale Alfio Papale al presidente del Parco dell’Etna Carlo Caputo, fino all’attuale sindaco Daniele Motta: nessuno di questi (comprese le relative amministrazioni) ha ritenuto di compiere il percorso completo che avrebbe portato alla stesura del Piano. Solo parole scarsamente supportate dai fatti.

L’unico a cercare di rompere questo tabù fu nel 2012 il commissario straordinario Roberto Sajeva, mandato dalla Regione Sicilia in sostituzione di Papale, candidatosi nel frattempo all’Assemblea regionale siciliana. Il funzionario comprese la gravità della situazione ed istituì immediatamente un bando per la redazione del nuovo strumento.

Parteciparono urbanisti di fama nazionale ed internazionale. Ad aggiudicarsi la gara fu il noto architetto Leonardo Urbani dell’Università di Palermo (famoso anche per i testi scritti sull’argomento).

Nel 2013 si andò a nuove elezioni. A vincerle fu Carlo Caputo. Primo atto del suo mandato: revocare il professionista (“costa troppo” diceva sempre, salvo a fare delle spese faraoniche per opere rivelatesi assolutamente inutili) e di conferire l’incarico all’Ufficio tecnico comunale con il supporto di un consulente. Risultato: uno schema di massima prodotto in cinque anni, contestato dalle associazioni per una serie di presunte contraddizioni contenute al suo interno.

Nel 2018 si insedia Motta. Che segue lo stesso schema di Caputo: Piano all’Ufficio tecnico e nuovo consulente esterno.

Nel frattempo l’Assemblea regionale siciliana vara una nuova legge sugli strumenti urbanistici, che non si chiameranno più Piani regolatori generali (Prg), ma Piani urbanistici generali (Pug): prevedono procedure più snelle, un uso razionale del cemento e un uso facoltativo del “certificato verde”.

Nello stesso anno nasce il Comitato spontaneo con lo scopo di promuovere una serie di attività per cercare di migliorare la città. Sollecitare l’Amministrazione comunale a redigere il Piano regolatore, facendo contemporaneamente delle proposte sull’argomento, rientra fra i compiti del sodalizio. Che alcuni mesi fa ha organizzato un confronto-dibattito con i cittadini, col sindaco, con alcuni assessori e consiglieri comunali sulla “Belpasso che vogliamo” (donde il nome del gruppo).

Prima della pausa estiva, un incontro con la Commissione regionale Territorio e Ambiente per dire che il “caso Belpasso” non è più argomento che tocca ambiti locali, ma deve andare per forza “oltre”.

In quell’occasione si sono scoperte tre cose: 1) che solo nel 2021 il Comune di Belpasso ha inviato alla Regione lo Schema di massima approvato nel 2017; 2) che restano due strade: o proseguire con la vecchia legge sul Prg, oppure seguire quella nuova dei Pug”; 3)  che l’Amministrazione comunale etnea non ha mai richiesto i finanziamenti previsti di recente dalla Regione per la redazione degli strumenti urbanistici.

Questo il commento che il sindaco ha fatto in quell’occasione: “Si sta strumentalizzando l’incontro”. Alla fine di giugno, nel corso di un Consiglio comunale, il primo cittadino ha rincarato la dose: “Il Comitato ‘La Belpasso che vogliamo’ è fortemente politicizzato. Per questa ragione non sono favorevole alla convocazione di un Consiglio comunale aperto”. Vediamo cosa succederà giovedì sera.

Nella foto: Belpasso (Catania) vista dall’alto

Redazione