“Sono nato il 29 luglio, ma non festeggio mai: è il giorno in cui è nato Mussolini”. Basta una battuta, a volte, per capire il personaggio che hai davanti. Lui è Davide Sciacca, quarant’anni, catanese, capelli neri raccolti in un codino, musicista classico apprezzato in Italia e all’estero (ha suonato diverse volte negli Stati Uniti e addirittura davanti alla regina d’Inghilterra e al principe Carlo) per i suoi concerti e per i suoi dischi, fra i quali l’ultimo, LockDowning Street, “opera corale di diversi artisti – scrive Francesco Giordano – ma escita dalla arte chitarristica di Davide Sciacca, con il supporto pianistico di Andrea Amici, anche uno degli autori dei brani”.

Oltre a Davide e ad Amici (piano ed electronics), nel disco ci sono Alessandro Caruso (narrator), Giada D’Antoni (castanets), Marianatalia Ruscica (violin), Rosario Tomarchio (electronics) e Rosario Gioeni (castanets). Ci sarebbe anche Ettore Sambucci al “frastornetto”, ma “frastornetto” è parola che non esiste. E allora? “Ma che frastornetto!”, dice Davide. “E’ una super cazzola che riguarda un personaggio immaginario che compare in molte cose che faccio”. Di conseguenza non esiste neanche Ettore Sambucci? “No. Sono sempre io. Una sorta di alter ego”. Ah!

LockDowning Street è forse l’unico disco al mondo a non indicare in copertina il nome di chi l’ha composto. E sapete perché? “E’ un Cd realizzato nel periodo del lockdown”, dice Davide. “Volevo ribellarmi all’autoreferenzialità dei balconi canterini e all’esibizionismo davanti alle telecamere”. La copertina del graphic designer Vincenzo Sorce è tutta un programma: due televisori uno sull’altro. Nel primo, una mano che sembra dire “alt”, nel secondo un braccio che esce fuori dal monitor, un foglio in mano che reclama libertà.

“Un’incisione densa di connessioni tra l’antico e il postmoderno – scrive ancora Giordano – , spaziante nei meandri della musicalità con un coraggio artistico che solo pochi musicisti hanno”. Non facile per Carmelo Gallo (mix e master) il compito di assemblare il tutto, anche se alla fine l’impresa riesce perfettamente.

Sì, basta qualche battuta e certi gesti per comprendere un artista raffinato, talmente riservato da apparire introverso, in realtà ironico e ricco di fantasia.

Il nostro incontro avviene al bar Condorelli di Belpasso, fra granite alla mandorla e gelati al pistacchio: lui prende un arancino e un caffè rigorosamente senza zucchero: “Ho promesso a una persona cara di non mangiare dolci per sei mesi”. Mica per seguire una dieta, ma “per un patto fra me e questa persona”. E quando gli diciamo: “Dai Davide, una granita di nascosto ogni tanto ci vuole”, lui si schermisce e ci offre un altro indizio della sua personalità: “I patti si rispettano”.

È una chiacchierata che avviene fra risate e discorsi musicali, di cui, onestamente, il sottoscritto non capisce molto. Ma il filo conduttore, alla fine, si trova. Uno di questi ha un nome: Vincenzo Bellini (il musicista più amato da Davide, assieme a Pietro Mascagni, a Gioacchino Rossini, a Victor Frost e ai Beatles) sia per la comune patria, Catania, sia perché il linguaggio universale del Cigno mette d’accordo tutti, classici e contemporanei. Nell’ultimo Cd, diversi brani sono proprio del grande musicista catanese (“parte integrante del disco”), cui fanno compagnia lo stesso Amici, Joe Schittino, Luigi Boccherini, Pietro Pettoletti, Francesco Pennisi, Rosario Tomarchio, Luciano Maria Serra, Julio Salvador Sagreras, J.J. Craille e Giuseppe Torrisi.  

“Bellini – dice – è uno dei più grandi geni musicali della storia, un divo che ai suoi tempi era acclamato come le rockstar di oggi. Vincenzo ha realizzato dieci opere, non tutte facilmente eseguibili: ci vogliono musicisti particolarmente talentuosi per trasformare in ‘suono purissimo’ certe partiture complesse”.

E così un giorno, mentre Davide si trova a suonare in una chiesa inglese assieme alla violinista Marianatalia Ruscica, il reverendo del tempio gli si avvicina e gli propone di suonare per la regina Elisabetta: “Questo mi sta prendendo in giro – pensai -. Non credevo ad una cosa del genere. Gli dissi di sì, più per educazione che per convinzione. Ma quando il giorno dopo mi arrivò la prenotazione della macchina per andare da Liverpool a Balmoral, non credetti ai miei occhi. Possibile? Possibile! Emozionato? Certo, anche se nel Regno Unito ho vissuto esperienze più esaltanti. Forse perché quel giorno la regina Elisabetta e il principe Carlo sembravano di stucco: tutto il tempo con un’unica espressione, senza cambiarla mai”.   

Ma come inizia “l’avventura” di Davide come musicista? “Qualche decennio orsono, quando facevo sport quasi a tempo pieno, mi infortunai a una spalla e dovetti rimanere a casa per un lungo periodo. Mi ritrovai con una chitarra che mia madre aveva acquistato da giovane poche settimane prima di scoprire di essere incinta di me. Quasi per gioco cominciai a strimpellare. Man mano che passavano i giorni, vedevo che la passione aumentava, al punto che mi coricavo con questo meraviglioso strumento accanto. Alla fine mi resi conto che si trattava di una vera e propria vocazione”.

Davide ha finito l’arancino, si concede una piccola pausa prima del caffè. “Vivo fra il Regno Unito e la Sicilia. Amo la mia città, Catania, con le sue strade, le sue piazze, i suoi teatri e le sue atmosfere dalle quali si colgono le tante dominazioni succedutesi nella storia. Ma amo anche l’Inghilterra per la grande civiltà dei suoi abitanti e per le grandi possibilità che ti offre”.

Che differenza esiste fra la Sicilia e i Paesi esteri che hai conosciuto? “Tante”. Puoi dirne una? “Da noi la cultura della raccomandazione è un modo di vivere, in Inghilterra e negli Stati Uniti no: si premia il merito e il talento. Eppure qui torno sempre. E’ una fonte inesauribile di energie e di ispirazioni. A volte ne parlo male, ma non riesco a separarmene”. A un giornale una volta hai detto di amare una tipica bevanda catanese, il seltz con limone ed anice, più di ogni altro drink mondiale. “Il seltz con limone e anice è come Bellini: racchiude l’essenza della Sicilia, ma è universale. Per questo mi piace”. 

Luciano Mirone

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Davide Sciacca/Scheda

Davide Sciacca ha studiato con il concertista romano Carlo Ambrosio, specializzandosi nel repertorio contemporaneo sotto la guida di Arturo Tallini. È risultato vincitore di primi premi in competizioni Nazionali ed Internazionali e diversi compositori gli hanno dedicato composizioni. Ha ottenuto successi di pubblico e critica durante svariati tour nel Regno Unito nei quali si è esibito in qualità di solista e con il Ten Strings Duo.

Nel 2016 e 2017, si è esibito alla presenza di Sua Maestà la Regina Elisabetta II e gli altri membri della Famiglia Reale Britannica. Nel 2018 è per la prima volta a New York, per la Ealing Guitar Society di Londra e la Liverpool Guitar Society. Nello stesso anno ha pubblicato il cd “Counter Irish Project” con il Controtenore Riccardo Angelo Strano. Nel 2019 incide il cd “El Tango” e si esibisce presso il prestigioso “Cavern Club” di Liverpool. Nel 2021 pubblica i cd “LockDowning Street” e “Victor Frost music with Guitar”. In ambito teatrale e televisivo ha collaborato con Michele Placido, Guia Jelo, Sky, Made in Liverpool, BBC Radio ed altri.

È docente di Chitarra e presso gli Istituti Musicali Bellini di Caltanissetta e Vinci di Caltagirone e il Liceo Musicale Giovanni Verga di Modica. Ricercatore presso il Royal Northern College of Music di Manchester, sotto la supervisione del compositore David Horne, svolge anche un’intensa attività di promozione del repertorio contemporaneo. Nel 2022 ha pubblicato due EP: ScouseLover (suonando in duo con se stesso) e Malinconia con il duo D’Ito, fondato con il soprano giapponese Sachika Ito.  

Nella foto: Davide Sciacca durante una esibizione