Il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci non si dimette, ma dichiara che è pronto a fare “un passo di lato” qualora se ne dovessero ravvisare le condizioni. Lo ha detto lui stesso stamane in una conferenza stampa convocata per confermare o smentire le parole dell’altro giorno durante una manifestazione culturale sulla Patrona di Catania, Sant’Agata, quando ha pronunciato due frasi abbastanza significative.

La prima (in riferimento a un futuro abbastanza prossimo, poiché le elezioni saranno a novembre) è “tolgo il disturbo”, la seconda, legata alla prima, “ci sarà un successore alla Regione”. Ai giornalisti che hanno chiesto delucidazioni in merito, ha detto che avrebbe svelato “il mistero” oggi, nel corso della conferenza stampa.

Come interpretare queste parole? Più che una resa, Musumeci dà l’impressione di voler mandare un messaggio agli alleati del centrodestra: non dice “mi faccio da parte”, ma “mi metto di lato”, come a voler significare che non solo non si ritira dalla corsa alla ricandidatura, ma sfida il “fuoco amico” a voler trovare un candidato in grado di vincere. Infatti nel discorso fatto questa mattina, parla di sondaggi che lo danno per vincente, al contrario di quello che dice Gianfranco Miccichè, presidente dell’Assemblea regionale siciliana e uomo di Berlusconi in Sicilia, che parla di un “Musumeci perdente in quanto divisivo” e, ha detto in altre occasioni, “fascista”.   

A proposito di “fuoco amico”, Musumeci stamane, durante l’incontro con la stampa, ha detto di tutto e di più: “In quest’ultimo anno ho subito attacchi indicibili dal fuoco amico, preoccupato più a delegittimare il presidente della Regione che ad attaccare le opposizioni”.

“Ho avuto ottimi rapporti con i segretari dei partiti della coalizione fino a qualche mese fa – ha aggiunto Musumeci -. Pur risultando vincente in tutti i sondaggi ad opera di istituti nazionali degli ultimi sei mesi, in tutti quelli possibili, in tutti gli scenari possibili elettorali che mi danno vincente, eppure per alcuni miei alleati rimango un presidente divisivo e ricevo attacchi, è un paradosso nella terra dei paradossi”. 

E poi: “Ho ricevuto centinaia di messaggi da tutte le forze politiche, anche da esponenti di opposizione, in tanti mi hanno esortato a non arredermi a non darla vinta a non mollare. Li ringrazio per il loro affetto, ma ricordo che la mia non è una scelta di resa, non mi sono ai arreso nella mia vita pubblica e privata tranne una volta quando il Padre eterno ha voluto chiamarsi mio figlio”.

“Non so cosa sia la parola resa – dice Musumeci – e neanche la voglia di mollare, perché io non mi dimetto, ho un impegno col popolo siciliano che ho assunto quando mi ha eletto 5 anni fa e lo farò fino all’ultimo giorno. Servirò il popolo siciliano nei suoi legittimi interessi rimanendo con la schiena dritta, con la stessa integrità morale e con lo stesso entusiasmo fino all’ultimo giorno. Andrò in giro per la Sicilia a inaugurare nuove opere, aprire nuovi cantieri”.

Nella foto: il Presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci

Luciano Mirone