Adesso la madre della piccola Elena – la bambina scomparsa ieri a Tremestieri Etneo e ritrovata oggi, purtroppo morta – dovrà dare spiegazioni sulla dinamica dei fatti che lei stessa ha fornito ai Carabinieri del comune in cui risiede  (Mascalucia, in provincia di Catania).

Una storia che per diverse ore ha lasciato l’intera Nazione col fiato sospeso per la speranza di ritrovare viva questa bimba di cinque anni, che, secondo la genitrice (presunta testimone dei fatti), è stata “rapita da un commando armato e mascherato” con una brutalità tale da impressionare l’opinione pubblica e il popolo dei Social che fin dalle prime ore ha diffuso la sua foto.

Tutto inizia alle 16 di ieri, quando la donna denuncia ai Carabinieri del paese di residenza che un’ora prima la figlioletta era stata vittima di questo violento atto di rapimento nella zona di Tremestieri. Scattano le indagini, coordinate dalla magistratura di Catania ed eseguite dal Comando provinciale e dalla Tenenza di Mascalucia (fino a qualche ora fa la zona è stata coperta da frequenti posti di blocco).

Fin dalle prime ore gli investigatori escludono la pista mafiosa: troppo eclatante un gesto del genere per essere attribuito ai boss, dediti ad attività come l’estorsione e il traffico di droga, ma non al sequestro di una bimba di 5 anni a scopo di riscatto. Un atto come questo – dicono gli inquirenti – non è nel Dna di Cosa nostra.

Si guarda in altre direzioni. Quali? Tutte e nessuna. Chi può avere interesse a sottrarre una bambina alla propria famiglia con un modus operandi così traumatico da portare Piera Maggio (che diversi anni fa, a Mazara del Vallo, seppure con modalità differenti, subì il rapimento della figlioletta Denise Pipitone, di cui non si è saputo più niente) a lanciare un appello ai presunti rapitori: “Rilasciate la bimba”. Chi può avere avuto interesse a rapire Elena e soprattutto perché?

E’ questa la domanda che fin dall’inizio si pongono gli inquirenti. Che per prima cosa ascoltano i genitori della piccola,  i quali, stando alle dichiarazioni del sindaco di Mascalucia, Enzo Magra, vivono separatamente. Il primo cittadino del comune etneo, in continuo contatto con la Tenenza del suo comune, aggiunge un particolare che viene riportato dall’Ansa: “Mi è stato riferito che non si tratta di smarrimento o di fuga, ma di altro, probabilmente di dinamiche familiari”.

Magra parla “de relato”, riporta cioè quanto gli avrebbe riferito l’Arma di Mascalucia, e poi è uno che nel suo comune conosce uomini e cose, parla con parecchia gente, ascolta. E fornisce due elementi sui quali gli inquirenti – pur non trascurando alcuna ipotesi – lavorano per cercare di capire.

Dopo alcune ore (cioè nel corso di questa mattinata) si apprendono due fatti sconvolgenti: 1) la bambina è stata ritrovata morta; 2) a indicare ai Carabinieri il posto del ritrovamento è stata la stessa madre. Che adesso dovrà spiegare tante cose.

Nella foto: la Tenenza dei Carabinieri di Mascalucia (Catania)

Luciano Mirone