L’accusa è di “esercitare abusivamente attività di guardiania di terreni e di immobili ricadenti nella stessa giurisdizione”, anche se una condotta del genere ricorda reati ben più gravi, che nei secoli scorsi si commettevano nelle campagne siciliane dove i “campieri” imponevano la legge del più forte in cambio della “vigilanza” sui terreni.
Un fatto del genere si verifica oggi a Santa Maria di Licodia (Catania), dove i Carabinieri della locale Stazione – su delega della Procura distrettuale del capoluogo etneo – hanno denunciato 5 soggetti (tre residenti nel citato comune e due in quello di Paternò) gravemente indiziati, a vario titolo, del reato. In poche parole, cinque persone sono riuscite a mettere sotto scacco una cinquantina di proprietari terrieri imponendo la loro legge. Secondo carabinieri e magistrati, molti di questi hanno riferito di avere denunciato diversi danneggiamenti nelle loro proprietà. Unica differenza rispetto al passato? Qualcuno di questi percepisce il Reddito di cittadinanza.
“L’attività – scrivono gli inquirenti – trae origine dall’individuazione, durante lo svolgimento di servizi di perlustrazione da parte dei militari, di segni di vernice spray di colore rosso, verde e blu apposti davanti ai cancelli di alcune proprietà”.
“Dalle dichiarazioni rese da oltre 50 proprietari – proseguono magistrati e militari dell’Arma – è stato possibile accertare che tali colori costituivano dei segni distintivi, collegati alla vigilanza privata non autorizzata, pagata attraverso una retta annua di circa 50 Euro per ogni ettaro di terreno, quale compenso per la guardiania ricevuta, e che i diversi colori utilizzati identificavano un diverso soggetto che si occupava della guardiania. Numerosi proprietari terrieri hanno inoltre riferito di aver subito, nel corso del tempo, diversi danneggiamenti alle proprietà”.
“Il grave quadro indiziario emerso – dice la nota -, supportato da concreti elementi di riscontro acquisiti all’esito delle attività investigative, seppur in una fase procedimentale comunque caratterizzata dalla non integrazione del contradittorio delle parti, ha permesso inoltre di riscontrare che due degli indagati percepivano indebitamente negli anni 2020 e 2021 il Reddito di Cittadinanza per un importo complessivo di oltre 15 mila Euro mentre un terzo, titolare di pensione di invalidità contributiva per ridotta capacità lavorativa, ha percepito 32 mila Euro dal 2018 al 2021”.
“L’Inps, che ha confermato l’importo, ha revocato i benefici indebitamente percepiti – evitando così che l’Erario continuasse ad elargire ai soggetti denunciati ulteriori consistenti somme non dovute – avviando altresì le necessarie procedure di restituzione di quanto illecitamente percepito”.
Nella foto: i Carabinieri che hanno eseguito l’operazione
Redazione
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