Fabrizio Gatti lascia l’Espresso. Ad annunciarlo, stamattina, è lo stesso giornalista in un post su Facebook dove pubblica alcune foto dei suoi memorabili reportage per il mondo. Gatti è un grande cronista, sia per le bellissime inchieste che ci hanno dato la possibilità di conoscere meglio la realtà in cui viviamo, sia per le sue grandi doti di “trasformista” che in molti anni di carriera lo hanno portato a raccontare i fatti dal “di dentro”, ora come raccoglitore di pomodori nei campi della Puglia, ora in una barchetta assieme a tanti extracomunitari, ora come profugo di guerra, ora in mezzo al deserto. Sempre e comunque dalla parte degli ultimi. L’Espresso perde un pezzo importante della sua storia. A Fabrizio i migliori auguri de L’Informazione. Questo il post con il quale Gatti dà il suo addio al settimanale. 

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Fabrizio Gatti mentre fa un reportage nel deserto. Sopra: il giornalista de l’Espresso (le foto di questo articolo sono tratte dal profilo fb di Fabrizio Gatti)

“IL MIO ADDIO A L’ESPRESSO

8 novembre 2004 – 8 maggio 2022

Care lettrici, cari lettori,

l’8 marzo scorso ho presentato le dimissioni e, dopo diciassette anni e mezzo, oggi lascio il settimanale L’Espresso. Ringrazio gli editori, il Gruppo Editoriale L’Espresso e Gedi, per avermi sempre sostenuto – in piena libertà – nella realizzazione di inchieste e reportage, anche quando si trattava di progetti molto impegnativi e rischiosi”.

“Ringrazio la redazione, la segreteria di redazione e, in particolare, il mio amico Pietro Giardina, per avermi sempre riportato a casa, ovunque fossi; il signor Massimo Costanza, per avermi soccorso di notte in mare dalla scogliera di Lampedusa; don Bruno Molinari e Franco Perego, per avermi affidato le prime pagine su cui scrivere, nonostante fossi ancora un ragazzino; il professor Valter Cecchelani, la maestra Adele Valtorta, mia madre e mio padre per avermi trasmesso la loro curiosità, l’onestà e il valore della fatica”.

Il cronista in Puglia

“Ringrazio tutte le persone che hanno avuto fiducia in me anche quando, con grande coraggio, hanno messo in pericolo la loro incolumità nel rivelare notizie o nel dare la loro testimonianza, rendendo così possibile la verifica dei fatti. Ma, soprattutto, ringrazio voi lettrici e lettori per avermi accompagnato, criticato o incoraggiato in questa avventura straordinaria”.

“Dopo trentacinque anni di giornalismo la mia decisione, oggi, è coerente con me stesso. Da domani farò ciò che nella vita ho avuto la fortuna di fare soltanto una volta a vent’anni: cercare un nuovo lavoro. Continueremo a ritrovarci su questa pagina, magari con i miei libri e molto altro. Vi abbraccio forte, buon viaggio e, ancora una volta, grazie!”

“(Come titoli di coda, vorrei condividere con voi qualche immagine da dietro le quinte – quelle di me in bicicletta, ai comandi di un aereo e nel campo profughi di Foggia sono di tre grandi fotografi, Rocco De Benedictis, Massimo Sestini e Carlos Folgoso – e dedicarvi la musica che risuonava nella mia mente ogni volta che squillava il telefono e bisognava correre, partire, viaggiare verso qualche parte della nostra storia”.

Redazione