“Azione Civile esprime il proprio sgomento per la notizia che il Ministero dell’Interno abbia in parte revocato la scorta al dott. Antonio Ingroia, nonostante tutti i decenni che come PM antimafia egli ha messo al servizio dello Stato in termini di esposizione al rischio di morte e alle numerose minacce e progetti di attentato mafioso ai suoi danni”.

Questo il commento espresso oggi dal movimento fondato da Antonio Ingroia, dopo la notizia dei giorni scorsi, secondo la quale il dicastero dell’Interno ha revocato la scorta dell’ex Pm (in passato impegnato nei processi più delicati degli ultimi decenni, dal processo Trattativa al processo Dell’Utri, ma oggi in prima linea, come avvocato, nel risolvere casi scottanti come quello relativo alla morte dell’urologo Attilio Manca o del “sindaco pescatore” Angelo Vassallo, tanto per citarne qualcuno) per tutte le regioni d’Italia ad eccezione della Sicilia, dove evidentemente, a parere del ministro, Ingroia appare più a rischio. 

Un commento duro quello di Azione civile (Ac) – inoltrato a tutti i prefetti d’Italia – che così prosegue: “E ciò, nonostante il dott. Ingroia, nella sua attività professionale e politica degli ultimi anni, si sia distinto per la continuità nell’impegno antimafia”.

“Ma la cosa che più ci sgomenta – si legge nella nota di Ac – è che la protezione al dott. Ingroia è stata confermata limitatamente al territorio siciliano, ma esclusa nel resto del territorio nazionale”.

“Il che – incalza il comunicato – significa due cose: 1) che perfino gli organi di sicurezza che ritengono attenuato il rischio per Ingroia, riconoscono che il rischio c’è, anche se limitato alla Sicilia ; 2) che ancora nel 2022 organi di vertice del Ministero dell’Interno, e cioè il fior fiore di prefetti e alti funzionari della sicurezza ritengono che i rischi della mafia siano confinati nel territorio regionale siciliano”.

“Come se fossimo tornati indietro di un secolo – puntualizza ilo movimento – , come se la lezione di Falcone e Borsellino fosse stata dimenticata, proprio nel 2022, anno in cui si celebra il trentennale del loro sacrificio contro i poteri criminali”.

“E per di più – dice ancora Azione civile – ignorando il significato del brutale omicidio del magistrato antimafia paraguayano Marcelo Pecci, non protetto nella vicina Colombia dove si trovava in viaggio di nozze e dove è stato facilmente raggiunto dai sicari, benché la Colombia non fosse il Paese ove Pecci esercitava la propria attività”.

“Azione Civile – conclude il documento – non può che esprimere la propria più profonda preoccupazione per il fatto che la revoca della scorta per Ingroia conferma quanto la questione mafia sia oggi trascurata dagli organi di governo del Paese”.

Nella foto: l’ex Pubblico ministero Antonio Ingroia

Redazione