L’indipendenza energetica è oggi una priorità, ma la ricerca di nuovi fornitori per liberarsi dal ricatto del gas russo non risolve il problema (cambia il venditore ma la dipendenza resta) e continuare a dipendere dai combustibili fossili è una vera tragedia per l’ambiente. Occorre alzare il livello dell’attenzione perché il flusso dell’informazione e quello delle azioni contro il global warming è entrato in un loop di silenzio.

L’Ue ha già deciso per il «meno 55%» delle emissioni al 2030, ma la guerra in Ucraina e la conseguente crisi energetica hanno fatto riemergere l’interesse verso strumenti pericolosi, quali i rigassificatori. Le norme emanate con il pretesto dell’emergenza, non depongono bene per il futuro del Sud e, in particolare, per le Comunità di Agrigento, Porto Empedocle, Realmonte, Siculiana destinatarie degli effetti portati dagli “strumenti speciali“, offerti ai “soliti noti”, per agevolare la collocazione del terminale di rigassificazione e delle opere collaterali (14 km di metanodotto di oltre 2 metri di diametro collocati nella zona archeologica della Valle dei Templi, per il gas e, in prospettiva, l’idrogeno).

Un Governo avveduto non si sarebbe limitato a eliminare “i paletti”, ma avrebbe affrontato il problema nel solco del contenimento del riscaldamento climatico.

Le Comunità costituite nel Movimento per la Sostenibilità in difesa del territorio, e per contrastare la collocazione del rigassificatore Enel a ridosso della Valle dei Templi, hanno manifestato tutta la loro preoccupazione per le scelte governative.

Lo ha di recente affermato anche il soprintendente ai Beni culturali Michele Benfari: «Nel passato un’autorizzazione è stata rilasciata sul complesso di rigassificazione presso il porto di Porto Empedocle. Oggi un più accurato esame delle leggi vigenti di protezione del paesaggio — e l’elevato rischio ambientale di incidente rilevante rappresentato da un impianto di rigassificazione di grandi dimensioni, come previsto dalla Direttiva Seveso III — richiede sia collocato lontano dai centri abitati e dal patrimonio culturale, suggeriscono di non rinnovare l’autorizzazione scaduta».

La Scala dei Turchi in territorio di Realmonte (Agrigento), Sopra: un tempio di Agrigento  

E ancora: «Serve uno sforzo maggiore per mantenere il proposito di tutela e trasmissione di tale patrimonio culturale alle generazioni future in considerazione del deterioramento che potrebbe essere provocato al sito».

Il soprintendente Benfari chiede all’Unesco di «esaminare la situazione ed eventualmente informare il Comitato del patrimonio mondiale in modo che esprima un’autorevole opinione sull’opportunità di collocare un impianto di rigassificazione vicino al sito Unesco dell’Area Archeologica di Agrigento, il cui valore oggi è accresciuto dalla presenza al suo confine della casa natale e della tomba di Luigi Pirandello, dalla Torre di Carlo V a Porto Empedocle, e non lontano dal sito archeologico della villa romana di Realmonte con i suoi mosaici ben conservati, vicino alla bianca falesia della Scala dei Turchi».

Il Movimento Per la Sostenibilità deve poter «contribuire a cercare soluzioni appropriate per assicurare la piena tutela della proprietà, al fine di evitare quanto accaduto nel 2007, quando il direttore del World Heritage Centre, Francesco Bandarin, apertamente espresse le preoccupazioni sulla tutela dell’Eccezionale Valore Universale, proprio dopo il rilascio dell’autorizzazione per il rigassificatore fortunatamente ad oggi mai costruito».

Alessio Lattuca

Presidente Movimento per la Sostenibilità di Agrigento Porto Empedocle (tratto da italialibera.online)