“Il turismo a Catania è un settore ancora in ginocchio. Circa 2000 operatori sono alle prese con lavoro nero e contratti fantasma e le istituzioni sono inefficienti”. Questa la denuncia della Cgil del capoluogo etneo a causa dello stop imposto dalla pandemia.

“I circa 2000 operatori che a vario titolo si occupano di ricezione tradizionale e digitale e di agenzie di viaggio – dice il segretario generale della Filcams Cgil di Catania, Davide Foti – fanno i conti con lavoro nero, contratti fantasma o part time solo sulla carta. I cassaintegrati sono circa 500”.

Numeri “pesanti”, secondo il sindacato, al punto che “è difficile persino fare la conta degli addetti ai lavori, tanto il lavoro nero è diventato endemico. Lo era già prima della fase pandemica, lo è di più adesso”.

Eppure secondo il sindacato, molto si potrebbe fare attraverso i “tavoli di lavoro”,dai quali le istituzioni locali che hanno dimostrato “palese inefficienza” nel sostenere il comparto, potrebbero guadagnare suggerimenti direttamente dalla base. Tra gli obiettivi immediati potrebbero esserci le opportunità offerte dal PNRR. 

“A Catania un numero troppo esteso di lavoratrici e lavoratori non riesce a sottrarsi al tunnel di precarietà e illegalità contrattuale – dice Foti -. Catania non vede lustro, non solo perché la pandemia ha massacrato un settore strategico per tutto il territorio, ma soprattutto perché le istituzioni non hanno studiato strumenti e soluzioni idonei. Cosa che si potrebbe fare  partendo dai ‘tavoli di crisi’ da aprire  con le parti sociali. In questo modo chi governa può ottenere indicazioni e suggerimenti per usufruire degli stanziamenti del PNRR”. 

“Ad evitare il tracollo totale, sino ad oggi è stato il blocco dei licenziamenti ma da qui in avanti difficilmente potremo arginare una deriva sociale e di disoccupazione che prevediamo essere catastrofica. Che cosa si potrebbe fare fino alla ‘ripartenza’ del 2026?”.

“Parecchio – seguita Foti -, se si considera che i nostri siti culturali potrebbero essere operativi 365 giorni all’anno, e che gli aiuti in corso potrebbero contribuire alla costruzione di nuovi hub turistici in grado di mettere in rete non solo le eccellenze turistico culturali ma anche la riemersione dei visitatori dall’approccio mordi e fuggi. -conclude Foti- La responsabilità di una città e di un territorio dove il lavoro potrebbe non mancare mai  e dove il reddito potrebbe  essere garantito dalla legalità dei contratti, ricade su tutti noi”.

Nella foto: Catania, piazza Duomo, di notte

Redazione