La compagnia siciliana ‘Teatro Stabile Mascalucia Mario Re’ sfiderà dieci compagnie provenienti da altrettante regioni per aggiudicarsi l’ambito trofeo della Federazione Italiana Teatro Amatori (Fita). La rassegna sarà ospitata da aprile a ottobre dal Comune di Colleferro, alle porte di Roma.

Si tratta dell’edizione 2022 del Gran Premio Nazionale del Teatro Amatoriale.  L’iniziativa, promossa da FITA Nazionale, organizzata da FITA Roma e FITA Lazio, con il contributo del Comune di Colleferro e con il patrocinio della Città Metropolitana di Roma Capitale, è stata presentata giovedì 31 marzo nell’Aula Consiliare della cittadina romana e vedrà protagoniste, da aprile a ottobre, undici compagnie provenienti da altrettante regioni vincitrici delle selezioni svoltesi nel 2021: Campania, Lazio, Calabria, Abruzzo, Sicilia, Emilia-Romagna, Veneto, Marche, Lombardia, Liguria e Umbria.

Il cartellone del Gran Premio Nazionale del Teatro Amatoriale 2022. Sopra: la Compagnia del Teatro Stabile di Mascalucia “Mario Re” mentre rappresenta Cyrano de Bergerac 

La sfida si svolgerà sul palcoscenico del Teatro Comunale Vittorio Veneto e su quello del Parco del Castello del Comune di Colleferro. La formula del Gran Premio è ormai consolidata: dopo aver assistito agli spettacoli dei più diversi generi provenienti da ogni parte d’Italia, alla giuria spetterà il compito non facile di designare il miglior spettacolo.

Tra le finaliste, la compagnia siciliana ‘Teatro Stabile Mascalucia Mario Re’, che metterà in scena il 16 luglio 2022 alle ore 20.30 al Parco del Castello di Colleferro, ‘Cyrano de Bergerac’ di Edmond Rostand, adattato e diretto da Rita Re, aiuto regia Irene Albergo, le musiche composte dal Maestro Giuseppe Palmeri, tratte dall’album “Pictures”,  scenografia: Mario Rocca, Alfio Nicolosi e Massimo Maria Missiato, costumi: Graziella Villardita e Cettina Poma 

Ritorna così un appuntamento molto atteso dal pubblico, grazie all’impegno della F.I.T.A. la più importante realtà del teatro amatoriale del nostro Paese, con i suoi 25mila associati e le 1.400 compagnie affiliate. Un traguardo non scontato, ottenuto con un inedito sforzo organizzativo che ha permesso di svolgere le selezioni regionali lo scorso anno nel pieno rispetto delle restrizioni legate all’emergenza coronavirus. La passione per il teatro è così rimasta accesa anche in un periodo difficile di restrizioni e rinunce.

“È con immenso piacere che Colleferro ospita la fase finale. La nostra città ha superato la concorrenza di due capoluoghi di provincia che avevano presentato la loro candidatura per ospitare questa importante rassegna, dimostrando così di essere sempre di più un polo culturale non solo regionale, ma anche nazionale. Colleferro è una città nella quale sono immigrati cittadini provenienti da tutta Italia.  È per questo motivo che, ne siamo certi, gli attori con i loro familiari si sentiranno a casa loro. La nostra comunità, oltre ad essere inclusiva, è anche particolarmente sensibile e attenta a queste forme di spettacolo che potranno essere per il pubblico colleferrino, ma anche per quello dei paesi limitrofi, occasione di svago, oltre che di approfondimento conoscitivo di altre culture presenti a livello nazionale”, ha dichiarato il sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna.

“Questa edizione della fase finale del Gran Premio del Teatro Nazionale è ancora una volta il risultato della capacità della nostra Federazione di coinvolgere le Istituzioni locali nella costante e meritoria azione volta a valorizzare il ruolo che il teatro amatoriale svolge per la promozione culturale ed artistica, che ben si coniuga con la valorizzazione del territorio. Ringraziamo il Comune di Colleferro e il Comitato Provinciale FITA Roma che con la loro proposta, in sinergia con il Comitato Regionale Lazio, hanno interpretato al meglio lo spirito della manifestazione, per di più collocandola nel contesto di ‘Colleferro Capitale europea dello spazio’. Tutto ciò sarà d’auspicio per il teatro amatoriale e per lo spettacolo dal vivo. È come proiettare il teatro verso un futuro senza confini, con lo sguardo aperto sul mondo e il cuore saldo nelle radici della propria tradizione. La grande tradizione del nostro teatro, che ha origine in ogni parte d’Italia dove la FITA è sempre presente con le sue compagnie, sarà nei prossimi mesi protagonista a Colleferro, affinché il teatro sia anche uno dei più attivi spazi di difesa della civiltà”, ha dichiarato il presidente nazionale F.I.T.A. Carmelo Pace.

Un’altra scena del Cyrano de Bergerac

Un momento dell’opera di Edmond Rostand

“Essere riusciti, grazie all’immediata disponibilità del Comune di Colleferro, ad organizzare la fase finale del GPTA nel Lazio è per noi un motivo di grande soddisfazione. È la dimostrazione che le buone idee, come piante benefiche, attecchiscono con facilità dove trovano terreno fertile. Ora si apre il sipario e la parola passa alle compagnie. Ma il sipario del GPTA 2021/22, visto il momento storico che stiamo vivendo, si aprirà non solo su uno spettacolo. Si aprirà anche sul desiderio della nostra Federazione e dei suoi iscritti di non mollare; si aprirà sul messaggio forte, importante che il Comune di Colleferro ha dato decidendo di supportare l’iniziativa, proprio nell’anno in cui è Capitale Europea dello Spazio; si aprirà sulle compagnie e sul pubblico di Colleferro che, insieme, faranno questo viaggio nell’Italia del Teatro”, spiegano in una dichiarazione congiunta Fiammetta Fiammeri, presidente Fita Roma, e Andrea Serafini, presidente Fita Lazio.

“Sarà un’ottima occasione per partecipare, dal vivo, ad un super cartellone allestito dalla FITA che, nonostante i tempi che corrono, non smette mai di avere idee per i suoi associati. Anche in questo periodo così difficile sono convinto che il pubblico laziale non si farà sfuggire l’occasione di assistere agli spettacoli di alcune delle migliori compagnie della FITA. Questo è anche il momento in cui c’è grande fermento attorno al teatro, e tanta determinazione delle nostre Compagnie ad andare in scena e recuperare la normalità tanto attesa”, ha dichiarato Mauro Pierfederici Direttore Artistico Fita Nazionale.

NOTE DI REGIA ‘Cyrano de Bergerac’ di Edmond Rostand, adattato e diretto da Rita Re

Centoundici anni fa, Cirano di Bergerac, rappresentato per la prima volta al Théâtre de la Porte-Sain-Martin di Parigi, registrava un eccezionale trionfo di pubblico e critica. Contò quattrocentodieci repliche il primo allestimento di questo dramma post romantico, che ha in sé tutte l’essenza delle passioni e dei sentimenti dell’uomo. Un naso, un pennacchio, una spada, un balcone e la luna.  Cirano è questo e niente di tutto questo. Un naso che lo deturpa e gli dà virilità, un pennacchio che lo esalta e lo ingabbia, una spada che lo rende valoroso  facendone una vittima, un balcone che gli fa accarezzare l’amore mentre glielo strappa di mano e poi una Luna, che gli è casa e viaggio, sogno e realtà, candida gioia e puro languore.  L’ambivalenza della sua stessa essenza ci regala sorrisi e lacrime con una facilità imbarazzante. Struggente, epico e dissacrante. Cirano di Bergerac ha tutti, ma proprio tutti, gli elementi del capolavoro immortale, le cui vicende non hanno bisogno di essere attualizzate, riviste o rimodernate, come accade spesso per le opere particolarmente datate. Qui siamo davanti ad un avvicendarsi di sentimenti e passioni ancestrali, immutabili, ricorrenti, eterni e perdutamente attuali.  Seppur vestiti di pizzo e broccato, difesi con la spada o sussurrati sotto un balcone. Seppur vissuti da un’anima che ne rintraccia gli aspetti meno chiari, più complessi, rigidi e rispettosi, volubili, a tratti inquietanti e sofferti, tali che solo Cirano e nessun altro sarebbe capace di viverli così come ci vengono raccontati. L’autore, Rostand, ne fa un’opera in versi, unico aspetto, magico, dal punto di vista letterario, che ci siamo permessi di rivedere, anche se non del tutto, per renderne più fruibile la rappresentazione, cercando di non alterarne l’identità artistica.

Redazione