Entro il 26 aprile la casa di Cinisi del boss Tano Badalamenti, confiscata dallo Stato e affidata al Comune di Cinisi che l’ha intitolata Casa Felicia (in onore della madre di Peppino Impastato, vittima di Badalamenti, che nel 1978 lo fece uccidere per vendicarsi delle denunce che il giovane giornalista di Democrazia proletaria faceva da Radio Aut), dovrà tornare ai proprietari originari. Lo ha fatto sapere nei giorni scorsi Giovanni Impastato, che in questi decenni si è battuto per la verità sulla morte del fratello, insabbiata per diverso tempo da rappresentanti deviati delle istituzioni: l’agenzia per i beni confiscati alla mafia  ha comunicato che l’immobile dovrà essere restituito per un errore procedurale.       

Su questo, il Pd siciliano ha preso una dura posizione attraverso il suo segretario Anthony Barbagallo: “La restituzione di ‘Casa Felicia’ al figlio del boss mafioso Tano Badalamenti è qualcosa di insostenibile. Quel luogo è un simbolo. Casa Felicia è stata confiscata a Badalamenti, mandante dell’omicidio di Peppino Impastato, e assegnato nel 2010 al Comune di Cinisi”.

“Da rudere – prosegue Barbagallo – è stata ristrutturata con fondi europei e la gestione affidata a Casa Memoria Impastato. E’ stata visitata da centinaia giovani e vi sono state svolte iniziative culturali. È diventato emblema di memoria, di denuncia e di riscatto contro la prepotenza e la crudeltà mafiosa. La restituzione è un atto che simbolicamente fa male a chi nell’antimafia vera ha creduto e continua a credere”.  

“Il PD Sicilia farà tutto il possibile – prosegue Barbagallo – sia a livello regionale, sia attraverso il coinvolgimento del governo nazionale affinché, nel principio e nel rispetto della legalità, si intervenga per impedire un atto che, sia pure in ossequio a una sentenza, non esito a definire devastante”.

Nella foto: Casa Felicia a Cinisi (confiscata al boss Tano Badalamenti e assegnata al Comune palermitano) durante una manifestazione 

Redazione