Ma allora egregio sindaco di Belpasso (Catania) Daniele Motta, egregio assessore all’Ecologia Andrea Magrì ed egregio consigliere con delega agli Eventi Salvo Pappalardo, perché non volete fare un’intervista sul “contributo” che sarebbe stato concesso dalla Regione Sicilia all’”associazione fittizia” che ha organizzato la festa nella frazione di Giaconia? Perché in privato dite che il contributo è tornato indietro e in pubblico non vi esponete? Cosa vi impedisce di dire la vostra? In questi giorni il deputato regionale Giuseppe Zitelli ci ha promesso un’intervista sull’argomento: chissà se, incoraggiati da questa novità, non vi venga l’ispirazione di confrontarvi con la stampa?

Un momento di Giaconia in Festa, mentre parla il sindaco Daniele Motta

L’argomento – lo spieghiamo ai lettori – sembra di “cronaca minore”. E forse lo è, vista l’esiguità del contributo (millecinquecento Euro), o forse no. Ma in questo caso, quel che conta è il segnale: una festa oggi, una promessa domani, una seduta andata deserta dopodomani (magari quando in Consiglio comunale si deve parlare di abusivismo edilizio), ed ecco che la macchina del consenso va avanti, si consolida, esprime consiglieri comunali, assessori, sindaci, parlamentari.

Beninteso: questo articolo non è “contro” gli eventi mondani organizzati nelle zone abusive di Belpasso e neanche contro i suoi abitanti (persone perbene). Il suo scopo semmai è quello di mettere in evidenza – attraverso una storia apparentemente “minima” – il metodo con il quale la politica cerca di accaparrarsi il consenso.

La storia del contributo regionale per “l’associazione fittizia” (o magari al plurale, come è stato denunciato) che nel 2020 avrebbe organizzato l’evento, non è uscita fuori dal cilindro dell’opposizione, è scaturita dalla denuncia di un componente della Giunta (l’assessore Magrì), che qualche sera fa, durante una seduta di Consiglio comunale, ha raccontato il fatto.  

La vice presidente del Consiglio comunale di Belpasso (Catania) Angela Virgillito e il sindaco Daniele Motta

Mica una seduta qualunque. Una seduta in cui si è registrata l’ennesima guerra intestina nel centrodestra che governa la città. Dopo le dichiarazioni del capogruppo della lista Belpasso Futura – colonna portante della maggioranza – che informava la città del passaggio all’opposizione, prende la parola la vice presidente del Consiglio comunale Angela Virgillito, componente di Diventerà bellissima, che rassegna ufficialmente le dimissioni dal suo partito. Due bocconi amari che creano indigestioni, mal di pancia, tensioni e preoccupazioni al sindaco e ai suoi alleati per gli equilibri futuri del centrodestra belpassese (e anche siciliano).

L’annuncio della consigliera Virgillito è un fulmine a ciel sereno: Diventerà bellissima, oltre ad essere la “creatura” del Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, è il movimento che – attraverso il deputato regionale Giuseppe Zitelli, il sindaco Motta, diversi assessori (fra cui Magrì) ed uno stuolo consistente di consiglieri comunali – può contare su una potente roccaforte proprio a Belpasso, soprattutto nelle zone abusive, dove è riuscito a penetrare efficacemente.

Una serata di accuse reciproche, di polemiche, di smentite e di contro smentite. Dietro la facciata di una seduta dai toni civili, la posta in palio è altissima: le elezioni regionali del prossimo autunno, e le comunali del 2023, in un contesto in cui il centrodestra siciliano è lacerato come non mai: una parte vuole ricandidare Musumeci, un’altra il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè (Forza Italia).

L’attuale governatore – se si alterano certi equilibri – rischia di non essere riconfermato, la stessa fine rischia di fare il “re delle frazioni” Giuseppe Zitelli. Se si perdono pezzi si perdono voti, se si perdono voti si rischia di frantumare il giocattolo.

La vice presidente Virgillito non è una consigliera qualunque: risiede a Giaconia, detiene un buon pacchetto di voti, ha un contatto diretto con gli abitanti, il suo distacco da Diventerà bellissima è traumatico.

La lettera inviata dalla Regione al presidente dell’Associazione che, secondo quanto si legge, ha organizzato l’evento di Giaconia

Dopo il suo intervento, prende la parola l’assessore Magrì, visibilmente contrariato per le accuse della sua (ex) collega di partito: “Per quanto riguarda la consigliera Virgillito – dice – … stasera è stata una cosa improvvisa… Mi ha colpito quel che ha detto”.

Cosa aveva dichiarato la vice presidente? “E’ stata svilita la dignità”, “non ci sono rapporti col gruppo”, “c’è stata mancanza di collaborazione”.

Per smentire queste affermazioni, Magrì passa al contrattacco: “La mancanza di collaborazione – chiede alla vice presidente – è quando col consigliere Pappalardo si dovevano organizzare le serate di Giaconia in Festa, per richiedere i contributi alla Regione che poi sono arrivati?”.

Parole inequivocabili, perché l’assessore in questo passaggio ammette che i contributi regionali per l’organizzazione di quell’evento sono stati erogati.

Poi prosegue: “Capisco le difficoltà informatiche, di lingua italiana, non si riuscivano a compilare le domande, e il sottoscritto passava le serate di agosto per compilare le domande per la consigliera Virgillito fino a tarda notte: è questa la mancanza di collaborazione?”.

Magrì afferma dunque che quelle richieste stilate per conto della consigliera Virgillito, prima venivano “tradotte in lingua italiana” (sia da lui che dal consigliere Pappalardo), e poi presentate alla Regione. Ma qualche domanda l’assessore deve consentircela: la vice presidente faceva da tramite fra gli organizzatori e il Comune? Non si accorgeva delle presunte anomalie denunciate – soltanto oggi – da Magrì?

Queste “richieste” (spiega ancora Magrì) sono state “mandate alla Regione e finanziate”, salvo a denunciare (sempre oggi) che erano destinate ad “associazioni fittizie”, a sodalizi che non possedevano i requisiti per ottenere il finanziamento.

L’elenco dei contributi regionali del 2020 da cui si evince il contributo per Giaconia in Festa. Gli asterischi presenti sulla destra avvertono che la cifra è solo prevista, ma non ancora erogata

Quali requisiti mancavano? Esiste un documento che certifichi la revoca da parte di Palermo? Lo chiediamo perché, su questo argomento, figurano due documenti: uno è l’elenco dei finanziamenti regionali (dove c’è Giaconia in Festa); l’altro quello in cui la regione informa il presidente dell’associazione dell’erogazione della somma. Siamo in attesa di chiudere il cerchio con il documento di revoca, che per un atto di chiarezza nei confronti dei nostri lettori vorremmo pubblicare quanto prima. Su questo preghiamo gentilmente l’onorevole Zitelli e l’Amministrazione comunale di Belpasso di collaborare. 

Alla fine, spiega l’assessore, i “fondi sono tornati indietro”. Il che, se è vero, potrebbe significare che ad accorgersi dell’inghippo è stata Palermo, non lui e Pappalardo, limitatisi a correggere la forma, sorvolando sulla sostanza.

Alla fine Magrì stoppa il suo intervento: “Non vorrei andare avanti”. Cos’altro ci sarebbe stato da dire? Perché l’Amministrazione, malgrado la mancanza di certe prerogative dell’associazione, ha patrocinato l’evento? Aspettiamo chiarimenti.

La locandina di Giaconia in Festa 2020

A questo punto bisogna riportarsi a due anni fa e rivedere il servizio sulla manifestazione dell’emittente televisiva Ciak Telesud. Si esibiscono in tanti: cantanti, ballerine, presentatori, cantastorie di un certo livello, mentre gli artigiani del ferro battuto mostrano le loro creazioni e la politica locale – presente in grande stile – taglia il nastro dell’evento.

Quanto è costata la manifestazione? Le spese sono state coperte solo dai numerosi sponsor presenti nella locandina? Perché in quell’occasione il sindaco e la stessa vice presidente Virgillito (organizzatrice della festa) ringraziano il deputato Zitelli per “l’aiuto dato alla frazione”? E perché lo stesso Zitelli nell’intervista dice che “il contributo è stato concesso”?

Dopo l’articolo dei giorni scorsi pubblicato da L’informazione, in municipio le bocche si sono misteriosamente cucite. Solo messaggi in privato in cui veniamo accusati di “perdere il pelo ma non il vizio”, di “travisare i fatti”, di  “voler mettere in cattiva luce un’Amministrazione che lavora per il bene della città”. Insomma lunghe dissertazione sul dito che indica la luna, ma silenzi assordanti quando chiediamo di parlare della luna.

Luciano Mirone